Non si sono di certo fatte intimorire dalla pioggia battente le famiglie che oggi pomeriggio hanno hanno dato luogo a un sit-in con tende e bivacchi davanti al Lingotto, in occasione del convengno dell’Anci che, proprio oggi, alla presenza del sindaco Fassino e del ministro Alfano ha trattato il tema dell’accoglienza profughi.
Contrariati rispetto a quelli che sarebbero i “favori” elargiti ai migranti dalle amministrazioni, le famiglie italiane torinesi rimaste senza casa e lavoro hanno allestito un vero e proprio campo profughi con tende, bivacchi e sacchi a pelo, e hanno dato alle fiamme il facsimile delle loro carte di identità simboleggiando così l’attuale inutilità della cittadinanza italiana nelle infinite graduatorie di attesa nei servizi comunali di assistenza.
A parlare sono i numeri con una quantità di case fornite ai torinesi decisamente inferiore rispetto a quelli che sarebbero i posti e le strutture effettivamente destinate ai migranti. “Fassino ha poco da mettersi in cattedra con gli altri sindaci con 500 posti Sprar di accoglienza di sedicenti profughi nella Città di Torino, senza contare le centinaia di posti attivati dalla Prefettura e i ghetti clandestini come l’ex Moi. A fronte delle poco più di 400 case popolari assegnate in un anno” – commenta il consigliere FDI-AN Maurizio Marrone che oggi pomeriggio era a fianco delle famiglie nella protesta.
Un business, secondo il consigliere, che spesso ha sfiorato anche l’illegalità, quando si è dovuto ricorrere all’Autorità Anticorruzione per far cessare gli “affidamenti diretti illegittimi della Giunta alle coop rosse”. Punti interrogativi anche sul Progetto Tenda che, spiega ancora Marrone, non potrebbe erogare il servizio di accoglienza perchè svolge attività di lucro; “peccato che gestisce già da anni per conto del Comune un enorme centro immigrati in via Negarville a Mirafiori e ha rivinto l’affidamento semplicemente sostituendo formalmente la capofila del raggruppamento temporaneo con il Sermig”.
Per le famiglie in difficoltà si tratta di un vero business a discapito loro e di tutte le persone disoccupate e sfrattate. Su uno dei cartelli esposti durante la manifestazione la scritta “Il sistema Torino mangia su immigrati e rom”.