La notizia e’ ormai esplosa “la carne rossa e’ cancerogena” e le ripercussioni si fanno subito sentire. Secondo il presidente di Fiesa Confesercenti Gian Paolo Angelotti, le macellerie tradizionali “hanno gia’ sentito un piccolo colpo: le vendite delle carni rosse sono calate di circa il 20%”.
“In questo momento – aggiunge – regna una grande confusione: la gente e’ spaesata e confusa e chiede spiegazioni proprio ai commercianti”. Angelotti sottolinea che “non possono essere sempre e comunque i macellai a metterci la faccia come quando scoppio’ il caso della mucca pazza. Ci vogliono sicurezze alimentari che vanno ben oltre”.
Gli insaccati accomunati, nelle tabelle di rischio, al fumo e all’amianto. Nel mirino wurstel, carni in scatola, ma in parte anche la carne rossa ‘fresca’. Ma gli oncologi e le associazioni di categoria sono contro gli allarmismi e invitano alla prudenza “No agli allarmismi: l’Oms dice cose che in gran parte gia’ sappiamo, e nessuno si sogna di vietare il consumo di carne: come per tutti gli alimenti, serve equilibrio”, dice all’AGI Carmine Pinto, presidente dell’associazione italiana degli oncologi (Aiom).
“Lo Iarc da’ diversi livelli di rischio, legati al livello di probabilita’ che un determinato agente sia cancerogeno per l’uomo”, spiega Pinto. “Gli studi sugli insaccati hanno indotto gli esperti a collocarli nel gruppo piu’ a rischio perche’ se ne e’ appurata la cancerogenicita’, soprattuto per via di nitrati e nitriti, i conservanti che vengono utilizzati”. Ma va detto, avverte l’oncologo, “che si tratta in gran parte di studi vecchi, oggi si usano molto meno questi conservanti tossici”. Quanto alla carne rossa, collocata nel gruppo 2A, “e’ messa tra i ‘probabili’ elementi cancerogeni, perche’ ancora non c’e’ una certezza sugli studi epidemiologici. Poi ovviamente dipende dalla quantita’, non si puo’ dire che la carne rossa fa male come il fumo. C’e’ un equilibrio che va mantenuto”.
Nessun allarmismo sull’allerta tumori legata al consumo di carne rossa lanciata dallo studio dell’Oms. Lo sottolinea il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che spiega: “Le ricerche non devono fare paura. Lo abbiamo sempre saputo che mangiare troppa carne rossa fa male alla salute. Il segreto e’ la dieta mediterranea, ovvero un corretto apporto nutrizionale: corretto uso di carboidrati, tanta frutta e verdura, legumi, pesce e poca carne rossa”. Insomma, puntualizza, “bisogna mangiare poco di tutto”. E sulle carni lavorate osserva: “In Italia abbiamo un sistema di lavorazione di alta qualita’. Da noi c’e’ una grande attenzione alla qualita’ del prodotto, che viene lavorato in modo naturale. Inoltre noi consumiamo molti meno insaccati rispetto ai paesi ‘incriminati’ come gli Stati Uniti”. E conclude: “Stiamo comunque valutando lo studio dell’Oms e avremo modo di dibatterlo”. (AGI) .
Questa è PROPAGANDA delle multinazionali del cibo, che pian piano vogliono farci consumare soltanto il loro cibo industriale a base di soya o altre, economiche, sostanze, magari il “soylent green”.
Le multinazionali del cibo hanno ora giocato la carta dello “studio scientifico” ma è già da tempo che allevano “vegani” “animalisti” e simili, ma il fine è lo stesso: obbligarci a mangiare soltanto cibo industriale.
Fateci caso, è lo stesso schema del cosidetto “riscaldamento globale” studi pseudo scientifici pilotati e gruppi ecologistoidi.
Ma facendo un passo indietro è lo stesso schema delle multinazionali del cibo quando con falsi studi scientifici e la complicità dei mass media, convincevano la gente negl’anni ’70 a mangiare la margarina invece del burro, quando oggi sappiamo che nella margarina ci sono i grassi idrogenati che sono letali, oppure quando negli stessi anni volevano imporre gl’oli di semi invece dell’olio d’oliva.
Viviamo nell’Impero della Menzogna, occhio.