L’Arabia non sarà il Paese ospite della prossima edizione del Salone del Libro di Torino, che avrà però un focus sulla letteratura araba. Lo hanno deciso i vertici della buchmesse. All’origine della scelta la condanna a morte del ventenne Mohammed al-Nimr. Nel corso della riunione è stata anche approvata la scelta di Ernesto Ferrero alla direzione editoriale. Intanto l’Arabia Saudita risponde invitando gli “amici italiani” a non “interferire” nei suoi affari interni. tgcom24
Arabia Saudita: 21enne condannato a decapitazione e crocifissione pubblica
In una lettera nel giorno in cui il Salone del Libro di Torino ha escluso Riad dalla buchmesse, l’ambasciatore chiede a “chi mostra interesse per i diritti umani” di “approfondire la conoscenza dei casi particolari”, citando Mohammed al-Nimr, il 20enne condannato ad essere decapitato e crocefisso. Sottolineando “gli otto decenni di relazioni bilaterali” tra Roma e Riad, l’ambasciatore saudita Rayed Khalid A. Krimly ritiene “spiacevole e sorprendente che tali relazioni in forte sviluppo siano oggetto di attacco da parte di alcuni individui male informati”.
Poco più che ventenne Ali Mohammed Baqir al Nimr è stato arrestato dalle autorità saudite nel febbraio 2012 per presunti reati compiuti l’anno prima quando era ancora 17enne e partecipò a una manifestazione antigovernativa, in cui alcune persone protestavano per la persecuzione politica dello zio di Ali Mohammed al-Nimr, anche lui condannato a morte. La sentenza, emessa da un tribunale di Gedda nel maggio scorso, è stata confermata dalla Corte Suprema.
Le crocifissioni in Arabia Saudita prevedono che il condannato venga prima decapitato, poi che il suo corpo sia esposto al pubblico a scopo di monito. Come vedete, il Paese applica alla lettera la sharia, la legge islamica, proprio come l’Isis. Ecco perché chi dice che Isis non è l’islam, (come Napolitano, Gentiloni o la Mogherini) mente spudoratamente.