Obama: “Gli USA scrivono le regole del commercio mondiale, non altri Paesi”

Il presidente americano Barack Obama ha confermato la conclusione del trattato sul Partenariato commerciale Trans-Pacifico di 12 Paesi ed ha dichiarato in proposito che le regole del commercio mondiale verranno scritte dall’America, non da qualunque altro Stato, Cina compresa.

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Nell’ambito del Partenariato Trans-Pacifico verrà creata una zona di libero scambio nella regione Asiatico-Pacifica. I Paesi del Pacifico rappresentano il 40% dell’economia mondiale e 1/3 del commercio mondiale. I firmatari dell’accordo sono Stati Uniti, Canada, Messico nell’America settentrionale, Perù e Cile in America Latina, Malesia, Brunei, Singapore, Vietnam e Giappone in Asia, così come Australia e Nuova Zelanda.

“Quando oltre il 95% dei nostri potenziali clienti vive al di fuori dei nostri confini, non possiamo permettere a Paesi come la Cina di dettare le regole dell’economia globale. Dovremmo scrivere le regole, aprire nuovi mercati ai prodotti americani e determinare standard elevati per la tutela dei lavoratori e dell’ambiente. L’accordo raggiunto oggi ad Atlanta fornirà tutto questo,” — ha detto Obama.

Il presidente degli Stati Uniti ha anche assicurato che l’accordo difenderà l’occupazione negli Stati Uniti e l’ambiente “più di ogni altro accordo nella storia.”

it.sputniknews.com

One thought on “Obama: “Gli USA scrivono le regole del commercio mondiale, non altri Paesi”

  1. Obama non ha capito che la fora economica della Cina è fasulla perché dipende al 90% dal mercato di consumo occidentale e al 60% dagli investimenti che gli imprenditori occidentali fanno lì dai cinesi per poi importarne la produzione nei rispettivi paesi.
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    Ci sarebbe molto da ridire su tale comportamento e la “tigre asiatica” è solo uno spauracchio di cartapesta che – grazie alla scarsa lungimiranza degli imprenditori (tra cui anche molti italiani) – ha assunto un ruolo determinate ma falso nella politica economica occidentale e in particolare in quella UE!
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    Ora i cinesi hanno in cassa circa il 9% dei titoli di DP USA (e circa il 2% di quelli italiani per dare una idea) ma sono titoli inesigibili perché la loro riscossione finirebbe col provocare una buona inflazione reale facendo salire il loro yuan e svalutando euro e usd col rischio di ridurre le loro esportazioni che sono vitali…
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    Adesso gli USA cercano di riportare in alto le loro esportazioni tentando di tutto, dal TTIP per la UE e il Trans-Pacific per l’altro lato del mondo nella più spregevole misura del romanico “dividi et impera”!
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