Questa storia se risultasse vera, e le segnalazioni peraltro lo confermerebbero, oltre ad avere dell’incredibile, pare assurda sotto tutti gli aspetti. La denuncia è del consigliere provinciale Claudio Civettini, che ha portato all’attenzione il fatto, depositando un’interrogazione alla giunta provinciale.
La notizia è roportata dalla VOCE DEL TRENTINO
Ma veniamo al fatto.
Nell’asilo di via Saibanti a Rovereto, sembra che integrazione voglia dire rinuncia a dei giochi per bambini, solo perché rappresenterebbero animali impuri, «che nella realtà, – afferma subito Civettini – esistono solo nelle menti bacate dai retaggi culturali di gente che vede rappresentato anche negli oggetti invece che nelle proprie azioni, strumenti infernali o malefici».
Nel giardino dell’asilo è presente un dondolo a forma di maiale, un gioco insomma molto apprezzato dai piccoli frequentatori dell’asilo che come tutti i cittadini italiani vedono in questo animale la simpatia e la rappresentazione dell’animale ingenuo e protagonsita di epiche fiabe che ormai fanno parte della nostra cultura tramandata da generazioni.
Alcune famiglie mussulmane si sarebbero lamentate del gioco che secondo loro rappresenta il male e ne avrebbero chiesto la rimozione immediata. Ebbene, la cosa è avvenuta con la velocità della luce, il dondolo maialino è stato subito oscurato.
«Una realtà incredibile, – insiste Civettini – che genera sicuramente reazioni xenofobe, perché è grave che l’integrazione si ricerchi non nella comprensione ma nell’imposizione, obtorto collo, delle credenze altrui, imponendole anche alle nostre scelte e genti. Una situazione da rigettare, perché – come dicono giustamente i genitori, ma anche le genti comune-di questo passo dovremo noi subire imposizioni di qualsiasi genere, anche davanti alla banalità di un animaletto simpatico, che nulla rappresenta certamente di male».
«Dopo presepi, crocefissi, feste del papà o della mamma,- continua Civettini – ecco che la contaminazione dell’impurità arriverebbe per i mussulmani, dalla presenza di un dondolo a forma di maialetto e nel nome di un’integrazione al rovescio, ecco che le autorità privano i bimbi trentini a un gioco candido e puro, per integrarli al credo di altre religioni che a casa loro hanno il diritto di gestire, ma che in terra trentina, è un’indicazione ridicola».
Civettini amareggiato affonda, «Un tempo eravamo schiavi del retaggio rappresentato dai serpenti che rappresentavano il male, oggi ostaggio della presunta impurezza dei maialini. Speriamo che qualche induista, ci risparmi l’imposizione di avere delle mucche e dei vitelli da adorare, così almeno completeremo la gamma delle rappresentazioni animali del bene e del male, dimenticandoci che ogni male, nasce dai comportamenti delle persone-uomini e donne-che nel 2015 per motivi religiosi sanno arrivare a sgozzare animalescamente persone o farsi saltare come kamikaze per guadagnarsi la morte del paradiso!
Una visione medioevale – quella della rappresentazione del male con figure di umanoidi e animali- che allora era ben accetta per l’analfabetismo diffuso e la necessità di dare emozioni visive per assoggettare, ma che oggi, non ha certo ragion d’essere o di essere addirittura imposta, nel nome di un’integrazione che semmai è culturale, non dell’imposizione e della conseguente sottomissione di chi accoglie»!
Nell’interrogazione, che finirà sui banchi della giunta, Ugo Rossi dovrà chiarire in conformità a quale legge è stato tolto il dondolo, quanto è costato, «visto – precisa Civettini – che è stato pagato dai contribuenti trentini», e se è ipotizzabile che sia installato in un giardino pubblico di Rovereto a disposizione dei bimbi trentini e anche mussulmani, che avessero superato le circostanze che dipingono il male in figure animali, dimenticandosi che invece il bene e il male è generato dal genere umano, anche a fronte d’integralismi religiosi, oggi non giustificabili.
Sul piede di guerra anche la Lega Nord che per oggi alle 15.30 ha organizzato una conferenza stampa davanti all’asilo, lo slogan è «No alle intolleranze religiose nelle scuole materne. Lasciamo giocare i bimbi con i maialini».