Un articolo di Russia Insider prende spunto dai pensieri sull’immigrazione del presidente Ceco Klaus. Con la scusa del multiculturalismo, le élite europee vogliono imporre i migranti alle diverse nazioni. Il fatto che le massicce migrazioni mettano a rischio la coesione sociale degli stati non è un effetto indesiderato: si tratta di uno degli obiettivi principali delle élite. Gli eurocrati vogliono fare piazza pulita di questa Europa e rimpiazzarla con una nuova, formata da cittadini più malleabili alle esigenze dell’aristocrazia. Il “più Europa” non è quindi un mezzo per ottenere risultati per i cittadini europei, bensì il fine stesso di questo processo. L’obiettivo è la creazione di un nuovo “impero europeo”, come Hitler cercò di fare con il terzo Reich, o di distruggere il continente nel tentativo. VOCI DALL’ESTERO
Di Frank Davis, 29 settembre 2015
Vaclav Klaus, scriveva un paio di settimane fa:
Noi, cittadini firmatari, non vogliamo rimanere passivi a guardare le nostre istituzioni e i nostri rappresentanti politici che perdono tempo in quest’ora cruciale, senza ottemperare il loro dovere, che è – prima di tutto – la difesa della sicurezza e degli interessi dei propri cittadini. L’immigrazione di massa è una minaccia fondamentale alla stabilità dell’Europa così come dei singoli paesi UE. CI troviamo di fronte a una seria minaccia al futuro del nostro paese.
Ovviamente, non aveva tutti i torti. Ma un paio di giorni fa :
Oggi gli stessi ministri degli interni dell’Unione Europea (UE) hanno imposto un piano per ricollocare almeno 120.000 migranti tra gli stati membri dell’UE, senza considerare se la popolazione di quei paesi o i loro governi fossero d’accordo. Il metodo usato per imporre questa decisione viene chiamato “votazione a maggioranza qualificata” (VMQ) – come aveva previsto il leader dell’UKIP Nigel Farage nel suo articolo sul Breitbart London appena 4 giorni fa.
Ed ecco la risposta di Vaclav Klaus:
Citandolo come un raro esempio di scienza sociale che opera “in armonia con il buon senso”, Klaus scrive che la coesione interna di una comunità è “essenziale per il suo funzionamento positivo e produttivo e per la necessaria stabilità di una società”. Egli fa specifico riferimento ai concetti economici di “capitale umano e sociale” senza i quali – egli dice – “uno stato sano e funzionante non è concepibile”.
Klaus avverte che “l’attuale dibattito sull’immigrazione – inquinato dall’ideologia del multiculturalismo – ignora questi fatti elementari”. Al contrario, i sostenitori della migrazione credono che i singoli stati europei possano “rimpolpare” la forza lavoro senza problemi. Perciò essi si propongono di accogliere e alloggiare i migranti con la promessa di “una vita nuova, migliore”.
Klaus spiega quale è a suo parere la vera motivazione per la quale la migrazione viene sostenuta, facendo riferimento al pensiero dell’ex capo dell’ufficio della Presidenza, Jiri Weigl.
Egli riferisce la teoria di Weigl secondo la quale la finalità della politica delle “braccia aperte” è per l’appunto quella di distruggere la coesione sociale per poter costruire una “nuova Europa” sulle rovine della vecchia “senza coloro che sono soddisfatti dell’Europa esistente”. Dal momento che i migranti non si sentono legati a nessuno degli attuali stati europei in particolare, essi possono essere più facilmente rieducati, manipolati e indottrinati a identificarsi con una “nuova Europa multiculturalista”.
Posso tranquillamente credere che lo scopo sia di distruggere la coesione sociale. Dopo tutto, i divieti di fumo in tutta l’Europa (e di fatto in tutto il mondo) sono già estremamente efficienti nel distruggere la coesione sociale. Anzi, di questi tempi, praticamente ogni cosa è culturalmente distruttiva e divisiva in una maniera o nell’altra.
Ma è molto più facile distruggere che costruire. Creare un’opera d’arte richiede molta abilità e fatica, ma bastano pochi colpi di martello per distruggerla.
Magari l’idea è che quando l’Europa sarà completamente distrutta, sarà facile modellarla in una nuova forma. Ma c’è qualcuno che abbia la sensazione che tutti questi architetti della Nuova Europa abbiano la più pallida idea di quello che stanno facendo? C’è qualcuno che crede che tipi come Juncker e la Merkel e Hollande e Cameron sono filosofi visionari e statisti di un qualche tipo?
L’unico loro obiettivo sembra essere il Sacro Graal del “più Europa”, che significa la costante centralizzazione del potere in quello che sta diventando un nuovo Impero Europeo diretto da una nuova aristocrazia non rappresentativa e auto-selezionata che strappa sempre più potere per sé stessa ad ogni occasione, ma sembra incapace di prendere una qualsiasi decisione.
Qual è lo scopo del “più Europa?” Sembra non esserci alcuno scopo salvo la sua stessa realizzazione? “Più Europa” è l’obiettivo del “più Europa”. L’Europa deve diventare uno stato unificato, e tutte le altre questioni – incluso il benessere dei suoi stessi cittadini – sono secondarie all’ottenimento dell’obiettivo. Un super-stato europeo che va da Dublino al Dneipr, che inevitabilmente entrerà in conflitto con la Federazione Russa, è di per sé stesso e in sé stesso il desiderio di questi architetti di un nuovo impero: un edificio politico che possa eguagliare l’Impero Romano o il Terzo Reich. Qualcosa di molto, molto grande. Perché le dimensioni contano. In particolare, nei libri di storia.
Ma perfino gli imperatori romani si preoccupavano di mantenere tranquillo il popolo romano, perché sapevano che se esso si fosse rivoltato contro di loro, sarebbero stati velocemente rovesciati.
Ma i nostri nuovi imperatori sembrano deliziati nel demolire le società sopra le quali si fonda il loro potere politico. Stanno segando i rami sui quali sono seduti. E quando cadranno, trascineranno tutti insieme a loro.
Mi vengono in mente le ultime parole dell’Ozymandias di Shelley:
E sul piedistallo appaiono queste parole:
“Il mio nome è Ozymandias, re dei re:
guardate quel che ho fatto, o potenti, e disperatevi!”
Niente viene risparmiato. Intorno alle rovine
di quella distruzione colossale, nude e sconfinate,
le sabbie sole e piatte si distendono all’orizzonte.