Nuova figuraccia, stavolta ufficiale, delle cosiddette forze siriane anti-Assad moderate (una sessantina di uomini) che, al costo di centinaia di milioni di dollari, gli americani hanno addestrato. Il Pentagono ha ammesso che questi ‘suoi’ ribelli si sono arresi ai qaedisti del fronte Jubath al Nusra, consegnando loro sei pickup armati e munizioni fornite sempre dagli americani per avere salva la vita.
Lo ha reso noto il colonnello Patrick Ryder, portavoce di quello che ogni giorno che passa si sta rivelando il comando colabrodo delle forze armate Usa per la regione, il Centcom. Lo stesso comando accusato di aver alterato i rapporti degli 007 sul terreno prima di passarli alla Casa Bianca per dimostrare progressi inesistenti nella campagna contro Isis.
L’imbarazzante evento risale alla notte tra lunedi’ e martedi’ 21 e 22 settembre, quando gli uomini delle “Nuove Forze Siriane”, i cosiddetti ribelli moderati addestrati dagli Usa, hanno consegnato ad un intermediario di al Nusra il loro equipaggiamento Made in Usa (come fecero le truppe irachene che si sciolsero come neve al sole davanti ad Isis a giungo del 2014 in Iraq, abbandonando carri armati e Humvee agli uomini di Abu Bakr al Baghdadj) per poter avere salva la vita.
La notizia e’ giunta al Centcom alle 19 di ieri ha spiegato Ryder. Quello di ieri e’ solo l’ultimo sviluppo sconcertante della fallimentare strategia Usa anti-Isis. Lo scorso 2 novembre meta’ dei soli 54 ribelli moderati anti-Assad addestrati dagli americani disertarono arrendendosi sempre ad al Nusra. Notizia finora mai confermata – a differenza di quella di oggi – dal Pentagono.
La riluttante amministrazione Obama, indecisa su come intervenire in Siria dopo aver tracciato “red-line”, limiti invalicabili che Assad opltrepasso’, ha investito 500 milioni di dollari per formare un’unita’ di 5.400 ribelli moderati all’anno per un periodo di 3 anni, escludendo l’invio di proprie truppe di terra. Ma l’ottimimso iniziale si scontro’ contro la sconsolante realta’ che gli istruttori americani riuscirono a formare nel 2014 solo l’1% dei presunti 5.400 ‘ribelli’ sicuri: 54. Questi ultimi alla prima prova del fuoco, attaccati dai qaedisti di al Nusra – rivali di Isis – lo scorso luglio, si dileguarono. Il secondo gruppo formato da 70 ribelli di ‘provata’ fedelta’, si sono ora in parte arresi consegnando le loro armi a quanti dovevano combattere.
Tutti eventi che fanno emergere sempre piu’ convincente l’opzione russa a favore di un intervento diretto contro Isis e le altre formazioni jihadiste sul terreno (come dismotrano le forze schierate nella zona occidentale di Latakiae) mentre sta emergendo il fallimento della strategia Usa dei raid aere, iniziati poco piu’ di un anno fa, il 26 settembre in Siria. Opzione russa di cui Barack Obama, dopo aver ostentato totale intransigenza, discutera’ lunedi’ pomeriggio con Vladimir Putin (da due anni isolato dagli Usa per la crisi ucraina) a margine dell’Assemblea Generale Onu a New York. (AGI) .