CSM: nuove regole per i magistrati che decidono di entrare in politica

Una risoluzione per fissare regole piu’ stringenti sui magistrati che decidono di entrare in politica.
E’ quella approvata oggi dalla VI Commissione del Csm (con la sola astensione del laico Pd, Giuseppe Fanfani) e che sara’ vagliata dal Plenum tra due settimane. Con il documento, ha spiegato Pier Giorgio Morosini, presidente della VI Commissione, “proponiamo soluzioni al Parlamento, dove ci sono gia’ disegni di legge su questa materia – non si deve rinunciare al contributo dei magistrati della politica attiva – ma servono regole piu’ stringenti per separare la funzione giudiziaria dall’attivita’ politica“.

Il primo punto affrontato nella risoluzione e’ la previsione di una incompatibilita’, e dunque di un divieto di svolgere in contemporanea funzioni politiche e giurisdizionali; inoltre, la sesta Commissione del Csm prevede un lasso di tempo piu’ esteso (rispetto ai sei mesi previsti oggi) tra lo svolgimento di funzioni giudiziarie e l’assunzione di incarichi politici, sia in governi locali che in quello centrale.

Le proposte avanzate da palazzo dei Marescialli al legislatore riguardano anche il momento dell’eventuale rientro in magistratura di coloro che decidono di tornare a vestire la toga dopo un’esperienza in politica: “Oltre a mantenere quelle cautele gia’ previste dalle circolari del Csm, come il cambio di regione e di funzione – ha spiegato Morosini – per coloro che hanno avuto esperienze politiche prolungate, si propone il rientro in diversi plessi della pubblica amministrazione di prestigio analogo alle funzioni giudiziarie”, come l’avvocatura dello Stato, o dirigenza pubblica con funzioni, mansioni, e trattamenti paragonabili a quelli dei magistrati.

Obiettivo del Csm, dunque, e’ quello di “avere una posizione chiara su questo antico, controverso e delicato tema del rapporto tra magistrati e politica – ha dichiarato il vice presidente Legnini – non c’e’ mai stata una posizione cosi’ netta su questa materia. Nel momento in cui la risoluzione verra’ approvata, non si potra’ piu’ dire che, se c’e’ un eccesso, un dubbio sulle opportunita’ e le conseguenze di un rientro in magistratura, questo dipende da una chiusura conservativa delle toghe”. (AGI) .