UE: Paesi che non accolgono profughi devono versare soldi al Fondo Migrazioni

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Profondamente divisi da un’emergenza migranti che sta creando nuovi muri in Europa, i Paesi membri dell’Ue cercano questa settimana un accordo sulla redistribuzione di 120.000 profughi. Si lavora per sbloccare l’intesa in vista della riunione dei ministri dell’Interno di domani e del vertice Ue di mercoledi’: i 54 mila profughi che, secondo la proposta iniziale, avrebbero dovuto lasciare l’Ungheria, chiamatasi nel frattempo fuori dalle quote, sono per il momento “congelati” e solo in un secondo momento si stabilira’ quali saranno i Paesi da “alleggerire”.

Una delle ipotesi e’ che, in mancanza di decisioni entro qualche mese, allora ne beneficeranno le stesse Italia e Grecia. Quanto al numero complessivo, resta fissato in 120 mila e su questo si cerca ancora il modo di arrivare a un consenso, senza ricorrere al voto a maggioranza qualificata. Restando da vincere le resistenze di Repubblica ceca, Slovacchia e Romania, mentre la Polonia si e’ detta disponibile anche ad accogliere piu’ migranti di quanti ne preveda il sistema delle quote, purche’ l’Ue garantisca impermeabilita’ delle frontiere e sicurezza.

Quanto alla “scappatoia” per chi non vuole accettare tutti i profughi assegnati, si tratta di una “clausola di salvaguardia” che puo’ riguardare al massimo il 30% del numero stabilito. Se un Paese dimostra di avere motivi eccezionalmente gravi che giustificano la mancata accoglienza, potra’ scegliere fra due opzioni: o compensare contribuendo al fondo Ue per le migrazioni (e la cifra potrebbe corrispondere alla somma di quanto l’Ue da’ al Paese che accoglie e quello da cui parte ogni profugo, ovvero 6.500 euro), oppure avere una proroga dei tempi di accoglienza. In ogni caso, non avra’ la scelta di rifiutare i profughi assegnati dallo schema.

Dei 15.600 rifugiati che dovranno essere ricollocati dall’Italia, la bozza prevede che 3.064 andranno in Francia e 4.027 in Germania. Il premier ungherese, Viktor Orban, ha messo in guardia dalla “minaccia” di una migrazione di massa da cui i songoli Paesi Ue devono potersi difendere e intanto in patria cresce nei sondaggi. A conferma delle tensioni, la Croazia ha gia’ fatto sapere che chiedera’ che la Grecia smetta di smistare i migranti in arrivo verso il resto dell’Ue.
Resta l’emergenza anche in Turchia: una marcia di migranti che volevano raggiungere l’Europa a piedi e’ stata bloccata appena fuori da Istanbul: circa 700 persone, in gran parte siriane tra cui anche donne e bambini, si erano messe in cammino dal centro di Istanbul verso Edirne, distante 250km, alla frontiera greco-turca. agi