Una lettura alternativa del Guardian riguardo il debito pubblico greco. E’ strano infatti che lo storytelling dominante si soffermi sulle pensioni (non poi così generose) e il numero dei dipendenti statali (sotto la media europea), senza parlare molto delle immense spese militari, spesso per comprare armi tedesche (attraverso accertate vicende corruttive) grazie a prestiti concessi dalle banche tedesche. Il legame tra debito e guerra è spesso molto stretto, funziona in entrambi i sensi, e getta un’ombra inquietante sul nostro futuro, in un’epoca di miseria economica e debiti insostenibili. Voci dall’estero
Di Giles Fraser
Da qualche parte in una prigione greca, l’ex ministro della difesa, Akis Tsochatzopoulos, osserva l’evolversi della crisi finanziaria. Mi chiedo in che misura si senta responsabile. Nel 2013, Akis (come viene generalmente chiamato) è stato condannato a 20 anni di prigione, arrendendosi alla fine all’ondata di scandali finanziari a cui il suo nome era da tempo legato. Perché a parte le sontuose spese, le case e le dichiarazioni al fisco poco raccomandabili; c’era la corruzione, e gli 8 milioni di euro che ha ricevuto dal commerciante di armi tedesco, Ferrostaal, per l’acquisto da parte del governo greco di sottomarini modello 214, che l’hanno spedito in prigione.
Esiste questa idea che gli stessi greci si sono ficcati da soli nell’attuale pasticcio perché hanno elargito stipendi agli stessi greci che lavoravano troppo poco. Sarà. Ma non è il quadro completo. Perché i greci si sono anche indebitato per il motivo più antico che si conosca – si potrebbe anche sostenere, per la vera ragione per cui il debito pubblico è stato inventato – per mettere insieme e mantenere un esercito.
La necessità dello stato di denaro facile per assemblare un esercito è la maniera in cui i prestiti su scala industriale entrano in gioco (a fronte dell’opposizione storica della Chiesa all’usura). Infatti, in Occidente, si potrebbe anche sostenere che il debito pubblico su larga scala sia iniziato come un modo per finanziare un intervento militare in Medio Oriente – cioè le crociate. E proprio come salvataggio di Gerusalemme dai turchi era la giustificazione per le massicce spese militari nel Medioevo, allo stesso modo la paura della Turchia è stata il motivo addotto per le recenti spese greche. Oltre ai sommergibili tedeschi, i greci hanno comprato fregate francesi, F16 statunitensi e carri armati tedeschi “Leopard 2”. Nel 1980, ad esempio, i greci hanno speso una media del 6,2% del loro PIL per la difesa, rispetto a una media europea del 2,9%. Negli anni successivi alla loro adesione all’UE, i greci erano al quarto posto mondiale per la spesa su armi convenzionali.
Quindi, per ricapitolare: aziende tedesche corrotte pagano i politici greci corrotti per acquistare armi tedesche. E poi un cancelliere tedesco chiede l’austerità per il popolo greco per ripagare i prestiti che hanno contratto (con le banche tedesche) ad interesse altissimo, per le armi che hanno comprato proprio da loro.
Pensate che sia una ricostruzione sleale? Un po’. Non è stata solo la Germania. E ci sono stati molti altri fattori in gioco nella escalation del debito greco. Ma quello che ha fatto la differenza dopo la guerra tra i tedeschi e i greci non è l’abusato stereotipo che i primi sono laboriosi e i secondi sono pigri, ma piuttosto che, tra le altre cose, i tedeschi hanno dovuto, per ovvie ragioni, limitare la loro spesa militare. E ne abbiano beneficiato enormemente.
Il debito e la guerra vanno sempre a braccetto. “La crisi finanziaria globale è stata dovuta, almeno in parte, alla guerra,” ha scritto l’economista vincitore del premio Nobel Joseph Stiglitz, calcando che il costo dell’intervento degli USA in Afghanistan e in Iraq, prima della crisi finanziaria, è stato di 3 mila miliardi di dollari. Infatti solo quest’anno, a marzo, i contribuenti britannici finalmente hanno ripagato i soldi abbiamo prestato loro per combattere la prima guerra mondiale. “Questo è un momento per la Gran Bretagna di cui essere orgogliosa,” ha detto George Osborne, mentre pagava l’ultima rata di 1,9miliardi di sterline. Davvero?
L’espressione “complesso militare-industriale” è uno di quei cliché degli anni ‘ 70 dei radicali di sinistra, ma è stato Dwight D Eisenhower, nientemeno che un generale decorato con 5 stelle, che ha messo in guardia contro il suo potere strisciante nel suo discorso finale come presidente. “Questa combinazione di un immenso apparato militare e una grande industria delle armi è nuova nell’esperienza americana. La sua influenza complessiva – economica, politica, perfino spirituale – si sente in ogni città, in ogni assemblea legislativa, in ogni ufficio del governo federale… non possiamo evitare di comprendere le sue gravi implicazioni. Il nostro impegno, le nostre risorse e i nostri mezzi di sussistenza sono tutti i soggetti coinvolti; così come la struttura stessa della nostra società.” Ike aveva ragione.
Questa settimana le organizzazioni, Church House, C of E HQ, hanno ospitato un convegno promosso dai venditori di armi Lockheed Martin e MBDA Missile Systems. Noi chiediamo di trasformare le spade in aratri ma contribuiamo a normalizzare un’industria che li trasforma in senso inverso. L’arcivescovo di Canterbury è stato abbastanza chiaro su Wonga (una famosa società che concede prestiti a brevissimo termine con tassi di interesse elevatissimi ndVdE) e sta cercando di mettere fuori dagli affari gli strozzini legali. Ora la Chiesa deve salire di livello. Perché i debiti che paralizzano interi paesi provengono principalmente dalle spense di guerra, non dalle pensioni. E non lo ripeteremo mai abbastanza.