“Ci sentiamo presi in giro.
Chiediamo solo un posto di lavoro. La Lega Nord e’ l’unica che ci ha appoggiato e ci ha dato voce. Sono le uniche persone che ci sono state vicine. Sui sindacati stendiamo un velo pietoso”: lo ha detto Maurizio Faccinato, un operaio della multinazionale Faac, di proprieta’ della Curia di Bologna, in cassa integrazione insieme ad altri 49 colleghi dopo la decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento di Grassobbio, nel Bergamasco.
Per portare avanti le istanze degli ex dipendenti e’ andato in scena, ieri pomeriggio, un presidio davanti alla Curia con la presenza del segretario leghista Matteo Salvini.
Sul posto anche 4 operai rimasti senza lavoro. “Lo stabilimento e’ vuoto – ha detto Faccinato – ed hanno delocalizzato tutto in Bulgaria. Hanno detto che siamo un doppione di Bologna ma non e’ vero perche’ le produzioni sono diverse
Quello che da’ fastidio – ha concluso l’operaio – e’ che la chiusura era stata decisa nel 2011 ma ci hanno portato al 2015″. (AGI)
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