La Siria ha respinto la proposta britannica per una possibile transizione politica guidata dal presidente Bashar al-Assad per un periodo di massimo sei mesi prima delle sue dimissioni, espressione di un approccio piu’ pragmatico di Londra nei confronti del regime di Damasco. In un’intervista in esclusiva al Guardian, il ministro dell’Informazione Omran al-Zoubi ha rivendicato per i siriani il “diritto di decidere” sulla permanenza al potere del “loro presidente”, puntando il dito contro le politiche “irrazionali e illogiche” di Londra che cosi’ facendo attacca l’unico Paese seriamente in lotta contro l’Isis e il terrorismo.
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Ieri, il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, aveva ammorbidito i toni contro Assad nell’ottica di un coinvolgimento di Iran e Russia, alleati di Damasco, in una soluzione pragmatica della crisi siriana. Una correzione di rotta motivata dalla necessita’ di affrontare il flusso crescente di migranti siriani diretti in Europa e la minacca jihadista. “Non stiamo dicendo che Assad, insieme ai suoi accoliti, debba andare via immediatamente”, ma potrebbe restare in carica per un periodo di transizione di massimo sei mesi.
Immediato invece dovrebbe essere lo smantellamento del suo apparato di sicurezza.
L’idea di un governo di transizione era gia’ contenuta nei principi di Ginevra del 2012 per mettere fine alla guerra civile ma e’ la prima volta che viene indicata una dimensione temporale. Pochi giorni fa era stato il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, in visita a Teheran, a esprimere una pragmatica apertura verso Damasco, auspicando il coinvolgimento di Assad, insieme a Russia e Iran, nella lotta contro l’Isis.
“La priorita’ – aveva sottolineato – e’ la lotta contro il terrorismo. Non dobbiamo dimentica i crimini commessi da Assad ma neanche che in questa lotta” contro gli jihadisti “siamo dalla stessa parte”. (AGI) .