Nel luglio 2014 il deputato marocchino Khalid Chaouki (Pd) ha sponsorizzato, attraverso la sua pagina Facebook, la canzone di un rapper anche lui marocchino chiamata “Ius Music” .
Il testo della canzone rap inneggia alla violenza e al terrorismo. Ecco cosa dicono i “nuovi italiani”, coccolati dalla Boldrini e dalla Kyenge. Che cosa succederebbe nella situazione inversa?
Il futuro è il nostro lo vogliamo in esclusiva, stanchi di elemosinare diritti e metterci in fila.
“Da Palermo a Torino scoppierà un casino (ma è una minaccia o un programma?), se l’Europa è un altra storia se Roma non è Berlino, è la paura di qualcosa che ormai vive qua vicino e non ti salverai.
Non sono un G2 Italiano col trattino, una fiat uno col bazooka sul tettino è la storia di un normale cittadino impazzito era clandestino adesso è un assassino.” Cui si aggiungono riferimenti non proprio edulcorati a «gente stupida rimasta ancora al medioevo» e «case di ignoranti». Mentre non passano inosservati avvertimenti come «non ti salverai in Padania»
In procura il deputato Pd e il rap anti-italiani Amir
Il parlamentare Chaouki (Pd) fa anche la comparsa nel video in cui recita il ruolo del preside severo che punisce, umiliandolo, il bambino italiano che ha scritto sul muro.
Bene. Questo fior fiore di rapper anti-italiano che inneggia alla violenza e all’assassinio ora ci prende in giro con una web serie sull’integrazione.
L’italo-egiziano, dai microfoni virtuali e metaforici di Radio Baobab lancia il suo saluto ai nuovi arrivati in Italia: “Benvenuti! Che questa terra sia per voi un nuovo inizio di speranza, democrazia e accoglienza. Tutti siamo fratelli.”.
Come scrive l’ANSA (http://www.ansa.it/lifestyle/notizie/societa/integrazione/2015/07/02/welcome-to-italy-da-profughi-a-cittadini.-una-web-serie-racconta-lintegrazione_ee1d6786-86db-4b1d-81b0-02e27952bec8.html), “Non parliamo di immigrazione ma di integrazione.” – dichiara la regista – “Oggi i figli di genitori stranieri sono circa 400 mila, non si può far finta di nulla, fra una decina d’anni saranno circa un milione: sono le seconde generazioni di immigrati, anche loro nuovi italiani, un’armata che non dimentica le proprie origini ma che desidera crescere qui, con gli stessi doveri e gli stessi diritti di tutti.”
“La storia racconta di un gruppo di ragazzi ‘stranieri’ che apre a Roma una radio indipendente, Radio Baobab. Welcome to Italy segue le vicende personali dei giovani protagonisti, raccontando i loro amori e i loro conflitti, sempre avvitati attorno al destino della radio, che hanno deciso di difendere con le unghie e con i denti. Tra petizioni, provocazioni, minacce e atti mediatici, Radio Baobab cercherà di mantenere solide le sue radici, come il grande albero che la rappresenta, e per i ‘nostri’ ci sarà spazio per piccole ma significative vittorie, e mille riflessioni sull’identità che ciascuno si porta dentro: tutti con le proprie radici ma anche in cerca di terreno fertile per piantarne di nuove.”