Nel Basso Mantovano in queste settimane si sono verificati due casi confermati e uno sospetto di virus del Nilo occidentale. Lo precisano all’Adnkronos Salute dal Servizio di Igiene pubblica della Asl di Mantova, che è in attesa dei risultati di laboratorio sull’ultimo paziente.
Il protocollo della Asl prevede che, in caso di conferma, si esegua una disinfestazione dalle zanzare nella zona di provenienza del paziente e una bonifica dell’area.
Intanto il Sistema di Sorveglianza entomologica e veterinaria del Piemonte ha rilevato alcune positività alla ”Febbre del Nilo” (o ‘West Nile’) in zanzare e uccelli, in alcune aree al momento ristrette alle province di Novara e di Alessandria (già interessate anche l’anno scorso).
Lo precisa la Regione Piemonte in una nota specificando che il virus ”è presente già da anni in altre Regioni italiane e il suo riscontro nelle zanzare e negli uccelli consente di attivare tempestivamente misure di prevenzione alla diffusione nell’uomo nei territori interessati”.
In Piemonte ”non si è finora registrata alcuna positività in essere umani, e le notizie relative a un ricovero riguardano un paziente della Lombardia, lì diagnosticato e successivamente trasferito in Piemonte”.
Per quanto riguarda la trasfusione del sangue (e dei suoi ”emocomponenti”) la prevenzione si articola su due livelli: nell’area interessata tutte le donazioni sono sottoposte prima del rilascio a un test specifico, pertanto nelle province di Novara e Alessandria non vi è alcuna sospensione delle donazioni; nelle altre province di tutto il territorio italiano i donatori che abbiano soggiornato almeno una notte nelle aree in cui è stata rilevata la circolazione virale sono sospesi per 28 giorni.