La porta d’ingresso per l’ottenimento dello status di rifugiato in Belgio passa dall’ufficio immigrazione di Bruxelles. Da sempre la capacità quotidiana di registrazione prevede un limite massimo di 250 persone. Da circa una settimana, però, il numero dei richiedenti asilo ogni giorni è il doppio. Con il risultato che in decine restano senza assistenza, sperando di essere registrati il giorno successivo.
“Sono qui da ieri. Ho dormito per terra. Non c‘è acqua né cibo. Quando ci parlavano di Europa non pensavamo che fosse così” racconta Ahmed di origine irachena.
Negli ultimi anni i rifugiati che cercano la salvezza in Europa provengono quasi tutti dagli stessi Paesi: Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia ed Eritrea. Le porte di accesso verso l’area Schengen restano Grecia e Italia, cui si è aggiunta anche l’Ungheria.
L’attuale regolamentazione internazionale (Dublino II) prevede che i migranti vengano registrati nel Paese di arrivo in Europa. In molti chiedono una revisione delle regole in vigore.
“La maggior parte dei migranti e dei richiedenti asilo cerca di raggiungere alcuni Paesi specifici” spiega l’avvocato esperto in diritti umani Tristan Wibault “Questo perché in molti intendono ricongiungersi ad altri membri della famiglia o anche alla rete di conoscenti. Sono aspetti che la legge oggi non considera”.
Nel 2014 sono stati 280.000 i migranti ad aver raggiunto l’Europa, numero già salito a 340.000 dall’inizio del 2015.
I 28 stati membri continuano però a non trovare un terreno comune per procedere in modo coordinato alla gestione dei flussi migratori. euronews
accettare solo profughi cristiani, siriani e iracheni, e quelli islamici mantenerli in Turchia a spese ONU