Isis: la cooperante Usa fu violentata e torturata da Al Baghdadi

Kayla Mueller

 

Kayla Mueller, la ragazza americana ostaggio dell’Isis, e’ stata ripetutamente violentata dal califfo dell’Isis Abu Bakr Al Baghdadi, prima di rimanere uccisa. Lo riferisce la Abc, citando i genitori di Kayla.

“Ci e’ stato detto – affermano Carl e Marsha Mueller – che Kayla e’ stata torturata, che era una proprieta’ di Al Baghdadi“. Kayla fu rapita ad Aleppo nell’agosto 2013. Fonti ufficiali Usa riferiscono che le circostanze della morte di Kayla non sono chiare. L’Isis sostiene che Kayla e’ rimasta uccisa il 6 febbraio scorso in un raid aereo della coalizione.

Emerge così un altro terribile capitolo sulla drammatica vicenda della cooperante americana rapita dall’Isis in Siria nel 2013. Lo Stato islamico ha tentato di usare il suo cadavere in chiave propagandistica: prima affermando che la ragazza, 26 anni, era morta per colpa di un raid dell’aviazione giordana, quando Amman reagì con forza alla barbara uccisione del pilota Muath al Kassesbeh, bruciato vivo e immortalato in un video dell’orrore. Poi inviando le foto del cadavere alla famiglia, almeno tre immagini. In una sul volto di Kayla si notavano alcuni lividi ed ematomi.

Quei lividi erano probabilmente opera proprio di Abu Bakr al Baghdadi. Che il Califfo l’avesse scelta come moglie costringendola ad avere rapporti sessuali, “ripetutamente” emerge dalla testimonianza di una ragazzina di 14 anni, una yazida, anche lei schiava sessuale dei jihadisti che è poi riuscita a fuggire. Era detenuta assieme a Kayla. L’intelligence americana ha raccolto altri indizi, che confermano le accuse, e a giugno ha informato i due genitori, Carl e Marsha Mueller.

La notizia che la cooperante statunitense era stata data in “sposa” a un leader jihadista è emersa poco dopo la sua morte, ma nessuno aveva mai fatto il nome del “leader supremo” dell’organizzazione Baghdadi. La tragica sorte è di Kayla Mueller è simile a quella di tante ragazze e ragazzine siriane, irachene, libiche. Un vero e proprio “bazar delle schiave del sesso”, in taluni casi costrette a operarsi per tornare vergini, ha denunciato l’Onu. Le ragazze yazide, rapite a centinaia in Iraq, hanno denunciato che “gli emiri dell’Isis venivano ogni giorno e sceglievano una ragazza. C’erano anche bambine di 12 anni”.

KAYLA-MUELLER