Ancora massacri in Libia: Isis incendia l’ospedale a Sirte, 22 pazienti uccisi

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Miliziani dello Stato islamico hanno incendiato un ospedale a Sirte, nell’est della Libia, dopo il bombardamento a colpi di mortaio (38 morti) effettuato ieri contro un quartiere abitato dalla tribu’ Ferjani, che in questi giorni si era sollevata contro i terroristi.

Secondo quanto riporta il quotidiano tunisino “al Wasat”, i guerriglieri jihadisti, prima di incendiare l’edificio avrebbero ucciso 22 pazienti ricoverati nella struttura. Secondo fonti locali l’Isis starebbe inoltre conducendo rapimenti su larga scala all’interno della citta’, sequestrando tutte le persone accusate di opporsi al dominio dei terroristi. Dopo l’attacco il bombardamento di ieri il governo di Tobruk e’ tornato ad accusare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per i crimini compiuti dallo Stato islamico. Secondo il governo riconosciuto dalla comunita’ internazionale, l’Onu e’ responsabile di questa situazione per non aver ancora revocato l’embargo sulle armi all’esercito libico imposto dal 2011.

Intanto violenti scontri sono in corso a Bengasi, nel sobborgo di Sabry, tra miliziani jihadisti e soldati del generale Khalifa Haftar, capo dell’esercito di Torbuk e sostenuto dall’Egitto, appoggiati da diversi civili. Secondo fonti locali l’esercito avrebbe intenzione di colpire l’area con raid aerei per sconfiggere definitivamente i terroristi. Violenti scontri sono in corso anche a Derna. Secondo il portavoce dello Stato maggiore libico del governo di Tobruk, Ahmed al Mesmary, la citta’ starebbe per cadere nelle mani dell’esercito guidato da Haftar.

Intervistato dal quotidiano egiziano “al Ahram”, il portavoce ha dichiarato che Derna e’ ormai vicina alla caduta ed e’ sotto assedio da parte dei militari. Molti dei guerriglieri sarebbero fuggiti verso Sirte e Bengasi via mare per sfuggire all’esercito. Al Mesmary ha aggiunto che il gruppo che controlla parte di Derna, le brigate Abu Salim, considerano i militari degli infedeli che meritano l’uccisione, tuttavia il portavoce esclude per il momento l’utilizzo di raid aerei contro la citta’: “non vogliamo a devastare la citta’ come e’ accaduto a Sabry e Bengasi. Abbiamo lasciato l’intera questione ai residenti di Derna che conoscono l’ubicazione dei terroristi e i loro movimenti”. Il portavoce di Haftar ha dichiarato che proprio grazie alla collaborazione dei cittadini i militari sono riusciti a penetrare dentro la citta’ per prendere informazioni sui movimenti dei vari comandanti, colpendo le milizie sfruttando anche le loro divisioni interne.