Il gip di Palermo non ha convalidato il fermo per i 5 presunti scafisti accusati di omicidio plurimo aggravato relativo all’ultimo arrivo di migranti a Palermo: a bordo di una unita’ della Marina militare irlandese giovedi scorso sono sbarcati 367 superstiti, tra cui numerose donne. A bordo anche 26 salme, di cui 3 bambine una delle quali di circa 9 mesi.
Il giudice per le indagini preliminari ha invece ha invece convalidato l’arresto per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Si tratta degli algerini Ali Rouibah, 24 anni, e Imad Busadia, 23 anni, dei libici Suud Mujassabi, 21 anni, Abdullah 24 anni e del tunisino Shauki Esshaush, 21 anni, che restano comunque detenuti nel carcere di Pagliarelli (Palermo).
Il gip ha respinto la richiesta della procura sostenendo che – in estrema sintesi – non ci sarebbero gli estremi per accogliere la richiesta del reato contestato, l’omicidio plurimo aggravato, perche’ non e’ stata verificata con certezza la causa del decesso. Una decisione che ha sorpreso gli inquirenti palermitani, che non condividono la tesi sostenuta nell’ordinanza del giudice. E che, per questo, hanno deciso di impugnare il provvedimento in appello, puntualizzando per altro che la causa della morte e’ gia’ agli atti ed e’, come risulta dalle ispezioni cadaveriche, “asfissia acuta violenta”.
Subito dopo l’arrivo della nave irlandese – assieme alla macchina dell’accoglienza – si erano attivati gli investigatori della Mobile di Palermo, guidati da Rodolfo Ruperti, che avevano individuato e fermato i 5 presunti scafisti su cui erano stati raccolte numerose dichiarazioni convergenti, da parte dei superstiti, che avrebbero confermato “comportamenti volontari” che avrebbero provocato la morte dei migranti a bordo del peschereccio, poi affondato. E nella cui “pancia” – e’ il timore dopo il racconto dei sopravvissuti – ci potrebbero essere oltre duecento migranti, obbligati a restare in stiva nonostante il peschereccio imbarcasse acqua. Su di loro i 5 avrebbero infierito violentemente, chiudendogli infine la botola sopra le teste. (AGI) .