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Violenti scontri sono scoppiati tra centinaia di migranti e la polizia sull’isola greca di Kos durante la procedura di registrazione all’ingresso dello stadio nazionale e, nel corso della rissa, alcuni di loro sono finiti a terra. Mentre le autorità locali cercano di far fronte al crescente numero di migranti che arrivano dalle coste turche, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite ha invitato la Grecia a riprendere il controllo delle isole, in preda al “caos più totale”. “Non ci sono servizi, non c’è acqua – afferma un immigrato siriano -. C’è gente che aspetta qui da dieci giorni. Non mi sembra proprio di essere in Europa”. (Se il suo Paese offriva migliori poteva restarci, ndr)
Il sindaco: “Rischiamo un bagno di sangue” – Il sindaco dell’omonimo capoluogo, Giorgos Kyritsis, ha lanciato un appello chiedendo l’assistenza immediata da parte del governo per affrontare la situazione delle migliaia di rifugiati che si sta progressivamente deteriorando. Kyritsis ha avvertito che, se non verranno presi subito rimedi, “la situazione sfuggirà di mano e scorrerà il sangue”.
“Serve assistenza immediata da parte del governo” – Secondo il primo cittadino di Kos, come riferisce To Vima online, sull’isola vi sono ormai oltre 7.000 migranti arrivati clandestinamente in territorio greco e le autorità locali non sono in grado di affrontare da sole i problemi connessi. Il sindaco ha inoltre chiesto al governo di trasferire altrove gran parte dei 7.000 immigrati e di dispiegare sull’isola forze speciali di polizia per evitare “situazioni estreme”. Kyritsis ha anche denunciato il fatto che – con circa 600-800 nuovi arrivi ogni giorno – per il personale disponibile sull’isola è praticamente impossibile effettuare nello stesso tempo l’identificazione dei migranti e la protezione delle frontiere marittime.