Prima gli italiani. Poi, forse, semmai… Cresce la corrente dei sindaci e amministratori locali che si oppone al modello di accoglienza indiscriminata e disorganizzata dei rifugiati politici, imposta dal Governo nazionale. Una controtendenza che vede protagonisti gli iscritti della Lega Nord e i seguaci di Matteo Salvini.
Proprio nel giorno in cui il sindaco di Roma, Ignazio Marino, torna drasticamente sulle sue posizioni spiegando alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza che «a Roma c’è un sovraffollamento di migranti», ecco che a Bondeno, comune della provincia di Ferrara, il primo cittadino locale grida «prima i bondenesi»
I motivi che hanno spinto Fabio Bergamini, sindaco 36enne del piccolo comune estense, a opporsi all’arrivo dei richiedenti asilo sono tutt’altro che futili. A Bondeno, infatti, ci sarebbero ancora 700 persone costretti a vivere nei container dopo il terribile terremoto del maggio 2012 che sconvolse gran parte dell’Emilia-Romagna. Dopo oltre tre anni dal sisma, in tutta la Regione ci sarebbero ancora 4.645 nuclei familiari che hanno bisogno di assistenza in attesa di poter ricostruire le loro case, e più di 1200 persone ospitati nei cosiddetti map, moduli abitati provvisori. Insomma, dei veri e propri campi dove vivono ormai da 36 mesi centinaia di famiglie locali.
«Il prefetto e il ministro Alfano – afferma Bergamini – sappiano che a Bondeno mai daremo alloggio a immigrati fino a che tutti i terremotati non avranno ottenuto la loro casa e quanto gli spetta e fino a che tutti i bondenesi in difficoltà non avranno risolto i loro problemi abitativi». Quella del sindaco Bergamini, come detto, è solo l’ultima delle iniziative degli amministratori locali per protestare contro l’attuale sistema d’accoglienza.
Grande rilevanza mediatica ha avuto la presa di posizione di Fabrizio Sala, anche lui leghista, sindaco di Telgate (Bergamo) che addirittura ha dato l’opportunità ai suoi concittadini di scaricare il modulo per l’erogazione diretta di 37 euro al giorno, altrimenti destinati alle cooperative che gestiscono i centri d’accoglienza per rifugiati politici. Ma non è tutto. Ad Alassio, in provincia di Genova, il sindaco Enzo Canepa, per impedire l’arrivo dei migranti, ha ordinato il divieto d’ingresso per gli stranieri privi di certificato sanitario, mentre il suo omologo di Chieti, Umberto Di Primio, si è ribellato contro la sistemazione degli immigrati in una struttura adiacente a una scuola primaria. A Venezia il neo sindaco Luigi Brugnaro è stato categorico: «Non accettiamo più un solo immigrato»
Vincenzo Bisbiglia IL TEMPO