Figlio di Gheddafi torturato per aver visto una partita di calcio

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TRIPOLI (LIBIA) – Torturato per avere guardato in cella partite di calcio e notiziari, contravvenendo agli ordini dei suoi carcerieri, uomini delle milizie che appoggiano il governo islamico di Tripoli. La vittima è il figlio del defunto colonnello Gheddafi, al Saadi. A mostrare in video le torture subite nella prigione di Hadba a Tripoli, è il sito d’informazione libico “Clearnews” che denuncia sistematiche torture nelle prigioni gestite dalle milizie islamiste.

Gli artefici del disastro libico
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IL VIDEO – Nel filmato si vede l’ex calciatore, noto in Italia per aver giocato in diverse squadre del campionato di serie A, che viene umiliato, deriso e picchiato. Nelle immagini il figlio dell’ex dittatore Al Saadi è vestito con una tuta verde e viene fatto sedere su una sedia nel mezzo di una stanza. Dietro di lui si apre una porta dalla quale provengono le grida di altri detenuti.

LA TORTURA – I carcerieri sembrano divertirsi a guardare le reazioni di Al Saadi, spaventato, con gli occhi bendati. Poi arriva lo strumento di tortura: un cavalletto di metallo nel quale vengono infilati i piedi della vittima. Un carceriere, barbuto, armato di bastone comincia a picchiare le palme dei piedi di al Saadi, che guarda e giura su Allah di non avere commesso i fatti a lui attribuiti.

IL MOTIVO – Le sue colpe sarebbero l’aver guardato una partita di calcio, oltre a dei notiziari e di aver fatto una telefonata dalla prigione. Il sito che denuncia queste tortura mostra quindi un videomessaggio dello stesso al Saadi, diffuso in precedenza, nel quale con tono calmo il figlio di Gheddafi afferma di stare bene in carcere, di mangiare un ottimo cibo e di essere curato dai medici 24 ore su 24. Saadi è stato estradato dal Niger all’inizio di marzo 2014 ed è ora detenuto nella prigione di Hadba di Tripoli, dove si trovano anche altre figure di spicco del regime di suo padre.

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