Medici di famiglia: “Con i tagli alla Sanità peggiorerà la salute degli italiani”

I risparmi ottenuti tagliando ciecamente risorse alla sanità verranno dilapidati nei prossimi anni perché i cittadini godranno di una salute peggiore.

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L’attuale criterio che ispira la spending review in sanità non farà altro che lasciare soli i professionisti e gli amministratori sanitari nel risolvere i conflitti a livello locale. Siamo di fronte a una deriva macroeconomica del sistema che impone di ragionare principalmente per vincoli di spesa”. E’ l’appello di Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ai decisori politici perché la revisione della spesa:”in realtà esistono gli strumenti per risolvere l’annoso problema del governo della sanità italiana, – spiega – da sempre attenta a far rispettare i tetti di spesa senza considerare le reali esigenze di salute di ciascuna persona”.

“In passato l’autorità politica economica e quella sanitaria – afferma Cricelli – hanno mostrato un profondo malcelato sospetto, mancanza di fiducia, scetticismo e disinteresse nei confronti degli strumenti di governance microeconomica del sistema ideati e realizzati da terze parti, trascurando il loro crescente sviluppo e diffusione tra i medici e la loro verificabile efficacia. Oggi molti medici hanno deciso, a proprie spese, di dotarsi di questi strumenti con i quali stanno costruendo percorsi virtuosi alla ricerca di un esercizio della professione che unisca le evidenze scientifiche, il rispetto per la salute dei cittadini e le esigenze di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e del Paese”.

“La sostanziale incomprensione tra decisori politici (macro) e la logica e la prassi della decisione clinica (micro) – sottolinea Vincenzo Atella, Professore Associato di Economia e Direttore CEIS Tor Vergata, Università Tor Vergata – ha generato nel tempo una totale sfiducia nei confronti della collaborazione programmatoria con i medici e le strutture cliniche. Il risultato più nefasto di tale incomprensione è rappresentato dalla sostanziale convinzione che l’unico strumento percorribile per il contenimento della spesa sia quello di definire tetti di prestazioni, di costo delle prestazioni, liste di preferenza delle prestazioni a minor costo, e, a conti fatti, di spostare i consumi dal Servizio Sanitario Nazionale al privato”.

“Con il semplice controllo dei tetti di spesa sul farmaco – continua Ciricelli – si finisce col premiare i bassi prescrittori, considerandoli virtuosi indipendentemente dai risultati clinici ottenuti. Riteniamo – concludono Cricelli e Atella – sia ormai inderogabile la decisione di adottare strumenti che già esistono. In questo modo, partendo dal bisogno del singolo paziente, è possibile individuare gli interventi più appropriati e virtuosi e indirizzare i professionisti verso scelte efficaci in termini di risultati clinici a breve e medio termine”.