TEMPO DI GUERRA di Ernesto Micetich
“E gli eroi macellari /cedano alle stoccate /degli eroi milionari:/ La spada é un’arma stanca,/ scanna meglio la banca”. Giusti
Navigando nelle acque digitali dell’oceanica rete, la navicella del mio ingegno purtroppo si é trovata invischiata anche oggi in un mar di blatte di intollerabili notizie di fronte alle quali l’unica reazione legittima e pienamente comprensibile dovrebbe essere quella di avvolgere ogni strada di questa pozza di degrado sociale nelle vermiglie fiamme di una catartica rivoluzione. Invece, poiché la ribellione guerriera appartiene al popolo e non al gregge delle individualitá dimidiate, delle personcine nei cui petti battono cuoricini avviliti di pacifismo mentecatto e servile, di cosi con due gambe sospinti dall’egoistico opportunismo volto solo a garantirsi poche misere gocce d’acqua sufficienti ad innaffiare la gramigna del proprio orticello, allora bisogna vivere rassegnati a dover trangugiare quotidianamente i liquami di putrida cronaca che colano da un continente in dissoluzione cadaverica e sopportare l’insolenza esalata dal fetido chiacchierume di una masnada di politicanti, torbidi assassini delle nostre patrie europee.
Con dolore assisto da tempo allo scempio di una nazione onusta di fama eccelsa quale la Grecia, un luogo sacro che ha dato all’umanitá quello che tanti inutili popoli tronfi di ridicola presunzione non hanno saputo concepire dalla preistoria ai giorni nostri, eppure lo sdegno non si placa con l’anestesia dell’abitudine.
Emanata dall’infernale pozza di cattiveria plutocratica nella quale affogano le patrie degli europei ecco che sono costretto a sopportare una sorsata di stigia putrefazione, il cui titolo “La Grecia costretta a vendersi le isole per ripagare il debito” (traduzione e sintesi di Luciano Lago) giá di per sé dovrebbe bastare per spronarci ad una feroce insurrezione contro la fortezza d’avorio dei criminali del nuovo ordine mondiale. Ma il dolore aumenta e dilania la coscienza quando addirittura devo vedere queste fiere terre che si elevano tra i flutti ieratici del Mediterraneo e madri di forti eroi giacere in quest’etá bottegaia in un listino spregevole con un cartellino del prezzo appiccicato sulla loro dignitá come se fossero delle merci qualsiasi o prostitute in vetrina nelle strade di Amsterdam…
“L’isola di Omfori costa 61,9 milioni di dollari, quella di Dulichium 49,5 milioni, mentre Aegean la vendono per “solo” 43,3 milioni di dollari. Tutte queste isole si trovano nel mar Ionio. Un vero affare per i ricchi finanzieri arabi, tedeschi o britannici che hanno subito manifestato il loro interesse.”… mentre dai meandri abissali del mio inconscio collettivo fiorisce un effluvio di versi omerici “Ai forti di Dulichio e delle sacre / Echinadi isolette, che rimpetto / alle contrade elèe rompon l’opposto / pelago, a questi è condottier Megete, / di sembiante guerrier pari a Gradivo.”… che si trasformano nello sdegno di un’ignea maledizione ferocemente scagliata contro le animacce immonde dei tenebrosi batteri del potere.
Intanto in Italia il marciume della cloachesca spazzatura politica ha sporcato anche oggi la cronaca di questa nostra derelitta Patria eruttando nuove velenose flatulenze mondialiste volte a sciogliere, non contenta di aver trasformato il “demo” in un guazzabuglio di barbari, nel demoniaco calderone dell’abietta unione europea (rigorosamente in minuscolo) la dignitá delle sovranitá nazionali europee “Per andare avanti bisogna avere la forze di fare l’ultimo miglio, bisogna cedere sovranità, non solo in campo economico ma in quello politico”.
Avete capito bene? “Bisogna cedere sovranitá”…
Ma piuttosto la guerra! Il sangue dei nostri Padri ci ha donato l’Italia e con il nostro la difenderemo!
A leggere Micetich viene in mente la prosa di D’Annunzio;esaltante,commovente,profonda,sanguigna,vera,forse un pò retorica ma sempre valorosa e più che mai attuale!