Exor acquisirà una partecipazione, non di maggioranza, dell’Economist. E’ quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate, secondo le quali le trattative sarebbero a buon punto.
Exor conferma di aver in atto negoziazioni con The Economist Group i suoi Trustees e Pearson in merito alla possibilità di aumentare il proprio investimento nel gruppo. Nel caso in cui si procedesse con l’incremento dell’investimento, esso rappresenterebbe in ogni caso una partecipazione di minoranza nell’Economist (a cui Exor assicura il proprio sostegno di investitore dal 2009), a conferma del forte impegno di Exor nel garantire l’indipendenza editoriale che sta alla base dei valori e del successo dell’Economist. Allo stato, non vi è alcuna certezza che le negoziazioni in atto porteranno a una transazione.
Il settimanale britannico ‘Economist’ è tra i giornali più venduti al mondo (1,6 milioni di copie), fondato a Londra nel 1843 da James Wilson con l’obiettivo di sostenere la causa del liberismo e di abrogare le Corn laws, la legge sul grano britannica, di impostazione protezionistica, che, fra il 1815 e il 1846, aveva imposto dei dazi sull’importazione dei cereali dalle colonie.
Tratto distintivo del giornale, che, secondo quanto si legge sul suo sito, offre fatti e opinioni di politica estera, economia, finanza, business e tecnologia, è che nessun articolo porta mai la firma dell’autore e non compare neanche il nome del direttore. Che dal gennaio scorso, per la prima volta nella storia del settimanale, è una donna, Zanny Minton Beddoes.
Proprietario del giornale è ‘The Economist Group’, che lo scorso anno ha registrato profitti per 60 milioni di sterline, poco meno di 85 milioni di euro. Il 50% del gruppo è nelle mani di Pearson che – dopo aver venduto nei giorni scorsi ai giapponesi di Nikkei il ‘Financial Times’ per 844 milioni di sterline, circa 1,2 miliardi di euro – ha annunciato oggi l’intenzione di mettere in vendita la sua quota. Il restante 50% è controllato da una serie di soci, tra cui i Rothschild, che detengono il 22% di ‘The Economist Group’, e la famiglia Agnelli che, tramite la Exor, al momento controlla il 5%, con John Elkan membro del board.
Qualsiasi accordo per la cessione del pacchetto azionario Pearson – acquisito nel 1957 – dovrà essere approvato dai quattro ‘trustees’ del gruppo Economist, che hanno il compito di preservare “l’indipendenza della proprietà della società e l’indipendenza editoriale del settimanale”. Tra questi ‘garanti’ ci sono l’ex sottosegretario conservatore Lady Bottomley e l’ex ministro Lord O’Donnell. adnkronos