Don Gianfranco Formenton, di origine veneta, è parroco presso la chiesa di Sant’Angelo in Mercole a Spoleto. Ora, mentre Bergoglio dice che la chiesa è aperta a tutti e che bisogna accogliere e perdonare tutti, assassini compresi, uno dei tanti preti sinistronzoli, (di quelli che consentono ai clandestini di lavare i calzini nell’acquasantiera) vuole scacciare dalla parrocchia i presunti razzisti.
Ma non s’era detto Bergoglio: No “alle chiacchiere, a etichettare, a bollare le persone”?? Allora nella ex chiesa cattolica ognuno va per conto suo, il papa da una parte e i compagni pretonzoli dall’altra?

Dopo i fatti di Quinto di Treviso, dove i manifestanti hanno protestato contro l’arrivo dei profughi, Don Gianfranco Formenton ha deciso di affiggere sul portone della propria chiesa un cartello con scritto: “In questa chiesa è vietato l’ingresso ai razzisti…Tornate a casa vostra!“. In alto una citazione del Vangelo: “Ero straniero e non mi avete accolto…Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno…”.
Un’operazione che è stata apprezzata dai parrocchiani comunisti, ma che lascia anche parecchi perplessi. La parrocchia, infatti, è la chiesa di tutti i fedeli e un parroco dovrebbe accettare chiunque. Ma l’accoglienza di sinistra è spesso così, è un fatto di business e con i poveri italiani c’è poco da guadagnare…
Nel frattempo le chiese si svuotano. In Olanda diventano parchi giochi, in Francia ne fanno moschee o ristoranti e mentre il tutto il mondo i critiani vengono perseguitati, i pretonzoli con la mente offuscata dal comunismo, fanno la guerra ai cristiani residenti per accogliere gli islamici. O tempora, o mores!