“Verso le 16 dal ponte di comando della nave abbiamo avvistato una barca in pericolo: un gommone sovraffollato e deformato dal peso delle troppe persone a bordo, mentre il mare era ancora mosso con onde lunghe” spiega Jonathan Naní La Terra, Capomissione della Life Support.
“Abbiamo subito messo in acqua i nostri mezzi di soccorso, ci siamo avvicinati e il nostro Sar team ha messo in sicurezza le persone distribuendo i giubbotti salvagenti portando in salvo tutti i naufraghi a bordo della Life Support. Ora il nostro staff si sta prendendo cura delle persone soccorse e siamo ancora in area operativa, disponibili a ulteriori interventi in caso di nuovi casi di barche in difficoltà”.
Le 82 persone soccorse, di cui 11 donne, 2 ragazze minori non accompagnate, 1 bambina accompagnata, 23 ragazzi minori non accompagnati e 1 bambino accompagnato, hanno riferito di essere partite da Zawiya in Libia, alle 2 di notte circa. Le persone migranti provengono da Sudan, Eritrea, Etiopia, Ghana, Nigeria e Togo.
“Dopo aver completato il soccorso e aver informato le autorità competenti alla Life Support di Emergency è stato assegnato il POS, cioè il Place of Safety, di Ravenna, a oltre 900 miglia dal punto in cui è stato effettuato il soccorso” denuncia l’organizzazione umanitaria. “Anche questa volta, dunque, la prassi del governo di assegnare porti di sbarco distanti dalla zona operativa alle navi Sar della flotta civile costringerà la Life Support e i naufraghi a bordo a percorrere centinaia di miglia e a oltre 4 giorni di navigazione per arrivare a destinazione”.
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