Il motivo? Il monumento al centro del dibattito venne donato da Benito Mussolin
di Massimo Balsamo – Nel 49 a.C., dopo aver varcato il fiume Rubicone, Giulio Cesare a Rimini arringò i legionari e pronunciò la celebre frase “alea iacta est”. Ma da anni la statua dedicata al condottiero divide e fa discutere la città romagnola. Il motivo? Il monumento al centro del dibattito venne donato da Benito Mussolini nel 1933. Attualmente è esposta una copia del 1996, ma il dibattito sull’originale è più rovente che mai.
La statua di Giulio Cesare donata dal Duce venne rimossa dopo la caduta del regime fascista e finì nel greto del fiume Marecchia. Da allora ha vissuto un percorso tortuoso, fino al restauro: c’è chi vorrebbe rimetterla dove era prima, ossia in Piazza Tre Martiri, già Piazza Giulio Cesare, ma c’è anche chi sottolinea che nella stessa piazza c’è una targa dedicata a tre partigiani morti durante la Resistenza.
Negli anni sono state intraprese diverse iniziative per riportare la statua in centro città, ma tutte sono state respinte per motivi ideologici, riporta TgCom24. A favore del ritorno della statua originale in Piazza Tre Martiri c’è Fratelli d’Italia, così il capogruppo in Consiglio Comunale Gioenzo Renzi: “Torni in piazza Tre Martiri, già piazza Giulio Cesare, dove era collocata all’inizio”. Tranchant la risposta dell’assessore alla Cultura Michele Lari: “Giù le mani dalla Resistenza, quella piazza è il simbolo della Rimini antifascista, la statua di Mussolini sarà collocata altrove”.
Come riportato dal Resto del Carlino, tra le ipotesi in campo, a fronte di una “precisa richiesta delle forze militari”, spiegano dal Comune, c’è che la statua torni nella Cittadella della
Sicurezza, che sarà realizzata al posto dell’ex caserma. Ma lo scontro proseguirà nei prossimi mesi, la furia antifascista – esasperata – non si fermerà di fronte a niente e a nessuno. A costo di sfociare nella cancel culture.
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