Sta prendendo piede una nuova usanza nelle scuole italiane, che prevede la visita delle classi nelle moschee
di Francesca Galici – Nelle ultime settimane sono state numerose le classi, anche della scuola primaria, di diversi istituti che hanno fatto visita ai centri di cultura islamica, con tanto di pubblicità sui siti di informazione locali. L’ultimo episodio si è verificato mercoledì 9 aprile, quando le seconde classi dell’Istituto Tecnico Commerciale Statale Bonelli di Biella sono stati portati a visitare il Centro islamico di Cuneo. Si tratta di ragazzi minori, che partecipano a un progetto didattico di educazione civica, storia e religione che ha lo scopo di approfondire la conoscenza dell’Islam.
Il 31 marzo, invece, alcune classi della scuola primaria di Borghetto Santo Spirito, quindi una scuola elementare, sono stati accompagnatipresso il Centro Culturale Islamico – Moschea Ar-rahma di Albenga, dove hanno incontrato l’imam e alcuni esponenti della comunità musulmana. La partecipazione ha previsto anche alcuni laboratori di lingua araba e un buffet di cibi e bevande legati alla tradizione araba. Ma non solo, perché il 19 febbraio anche gli studenti dell’istituto Vallauri di Cuneo hanno visitato una moschea locale guidati da Moujeahid Abdelhadi, l’imam, con tanto di preghiera che ha unito il Corano e il Vangelo.
Secondo i docenti dell’istituto Bonelli di Biella, la visita ha “contribuito a sfatare alcuni pregiudizi” e ha permesso agli studenti di “comprendere meglio la dimensione culturale e spirituale dell’Islam”. I docenti hanno sottolineato i valori di “tolleranza” e di “inclusione”, che muovono questo tipo di iniziative, ma nelle cronache locali non si trova traccia di visite alle chiese cristiane da parte di scolaresche comprensive di studenti musulmani. Forse l’evento non fa notizia come la visita a una moschea, o forse non v’è traccia in tal senso, il che sarebbe un peccato visto che “inclusione” e “tolleranza” devono essere bilaterali e non a senso unico.
“È giusto conoscere altre culture ma non credo sia necessario andare nelle moschee, soprattutto in mancanza di un’intesa tra lo Stato e le comunità islamiche che preveda il rispetto delle nostre leggi, dei nostri valori, della parità tra uomo e donne e chiarezza su finanziamenti e sulle prediche degli imam”, ha sottolineato Silvia Sardone, eurodeputato della Lega. L’onorevole ha voluto sottolineare ancora una volta la solita ipocrisia della sinistra, che batte sulla scuola “laica, senza crocifissi o senza simboli e canti natalizi” ma al contempo “ci sono scuole che chiudono per il fine ramadan (come successo a Pioltello) o mandano circolari specifiche per gli studenti musulmani (come successo a Soresina) o organizzano corsi di velo islamico (come successo ad Abbiategrasso) o che organizzano gite in moschea”.
Questi sono controsensi, conclude Sardone, che “alimentano un’islamizzazione crescente nei nostri istituti scolastici fino a situazioni estreme e veramente pericolose come abbiamo visto con le minorenni con veli integrali nelle scuole di Monfalcone. Io credo sia assurdo alimentare un’integrazione al contrario con le nostre tradizioni censurate a favore di quelle a noi estranee culturalmente”.
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