di Beccioli Network – Il tribunale distrettuale di Bamberg nella Baviera, ha condannato David Bendels, caporedattore del Deutschland-Kurier, a sette mesi di reclusione con sospensione condizionale per aver pubblicato un meme satirico che raffigurava la ministra dell’Interno, Nancy Faeser, con un cartello modificato digitalmente recante la scritta “Odio la libertà di espressione”. Il tribunale di Bamberg ha ritenuto che l’immagine costituisse una diffamazione diretta contro persone nella vita politica, sottolineando che per un lettore non informato non era evidente che la foto fosse stata manipolata. Bendels ha annunciato l’intenzione di appellarsi alla sentenza, dichiarando:
“Non accetteremo questa sentenza e ci difenderemo con tutti i mezzi legali a nostra disposizione”.
Ha inoltre affermato che il Deutschland-Kurier e lui stesso continueranno la lotta per la libertà di stampa e di espressione, ritenute indispensabili per la democrazia in Germania. La decisione del tribunale ha suscitato critiche da parte di esponenti politici dell’opposizione e commentatori, alcuni dei quali l’hanno paragonata a un “giudizio da dittatura”. Secondo le leggi tedesche, le multe sono calcolate in “tariffe giornaliere”, ciascuna equivalente a un giorno di reddito dichiarato dal condannato. Nel caso di Bendels, 210 tariffe giornaliere rappresentano oltre la metà del suo reddito annuale. La ministra Faeser ha una storia di iniziative contro l’estremismo di destra e ha promosso misure per limitare le attività di gruppi considerati estremisti. La sentenza non è ancora definitiva, e l’appello di Bendels potrebbe portare a una revisione della decisione.
La Germania, soprattutto negli ultimi 5 anni, ha mostrato preoccupanti derive antidemocratiche riguardanti la libertà di espressione, riecheggiando inquietantemente gli anni ’30 del secolo scorso.
Dobbiamo davvero consentire il riarmo della Germania come auspica la ‘tecnocrazia aristocratica’ di Bruxelles?
Ricordiamoci: all’inferno si scende a piccoli passi, quasi impercettibili, fino a quando è troppo tardi per tornare indietro.
Stefano Becciolini