Parola fine dalla Cassazione sulla vicenda giudiziaria legata alla strage di Erba
I supremi giudici hanno rigettato il ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo, contro la decisione della Corte d’Appello di Brescia, che aveva già respinto l’istanza di revisione della sentenza del carcere a vita.
“Congetture, non nuove prove”
I giudici hanno, sostanzialmente, recepito quanto sollecitato dalla Procura generale che ha bollato come “mere e astratte congetture” le nuove prove alla base del ricorso dei difensori. Per il pg Giulio Monferini quelli che, secondo la difesa, sarebbero elementi di prova nuovi “non possono in alcun modo smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla condanna di Rosa e Olindo, e cioè le dichiarazioni del sopravvissuto, le confessioni e le tracce ematiche”.
La Corte d’Appello di Brescia
Al vaglio dei supremi giudici si è arrivati dopo la decisione della Corte d’Appello di Brescia che, a luglio, si era espressa per l’inammissibilità dell’istanza di revisione della sentenza con cui è passata in giudicato la condanna ai coniugi. Il 10 luglio, i giudici di Brescia avevano respinto la richiesta di riaprire il processo per la strage avvenuta l’11 dicembre del 2006, quando morirono Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef Marzouk, 2 anni, la madre Paola Galli, 56, e la vicina di casa Valeria Cherubini, 55 anni.
Le confessioni di Olindo e Rosa
Attendibili per i magistrati di Brescia sono anche le confessioni di Olindo e Rosa, poi ritrattate, mentre per la loro difesa vennero ‘ispirate’ da carabinieri e inquirenti, anche a causa della loro debolezza mentale, così come inutile cercare di svalutare la macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sulla Seat Arosa di Olindo. tgcom24.mediaset.it