UE, affondato piano Kallas da 40 miliardi di euro per armare Kiev

Estonia Kaja Kallas

I grandi Paesi membri dell’Ue mettono nel mirino e affondano il piano dell’Alta Rappresentante Kaja Kallas da 40 miliardi di euro per armare l’Ucraina

Il piano di riarmo dell’Ue concepito dalla Commissione Europea viene ribattezzato “Readiness 2030”, ma la sua reale portata finanziaria resta incerta, perché, a parte la Germania, diverse capitali tengono le carte coperte sull’eventuale utilizzo della clausola nazionale di salvaguardia. E, soprattutto, la costante fronda dell’Ungheria di Viktor Orban viene neutralizzata, approvando conclusioni separate sull’Ucraina a 26, dando per scontato il no di Budapest. Sono questi i principali risultati del Consiglio Europeo di marzo, esaurito a Bruxelles in una sola giornata malgrado l’agenda piuttosto densa.

Sugli aiuti all’Ucraina, l’Alta Rappresentante Kaja Kallas ha visto il suo piano da 40 miliardi di euro per rendere strutturali i sussidi militari a Kiev impallinato dagli Stati membri, in particolare da quelli grandi, che non hanno gradito la prospettiva di dover contribuire prendendo ordini da Bruxelles, in base al rispettivo Reddito nazionale lordo. All’Italia sarebbe costato 5 miliardi l’anno, non esattamente spiccioli.

Pertanto, le conclusioni menzionano l’iniziativa di Kallas, ma specificano che l’adesione è su base “volontaria” e che “coordina” gli aiuti all’Ucraina, che restano su base bilaterale, cioè dai singoli Stati a Kiev. Inoltre, è sparita dal testo qualsiasi menzione della chiave di ripartizione in base all’Rnl. Resta in piedi la possibilità di un piano da 5 mld di euro per fornire munizioni all’Ucraina, la stessa cifra che il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto ieri, in videoconferenza dalla Norvegia. Un ottavo della somma ventilata inizialmente. Adnkronos

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