“Da Meloni vittimismo quotidiano”, andava dicendo Elly Schlein non più tardi di qualche mese fa. E ora ad autoccomiserarsi ci pensa lei
Intervenuta alla presentazione del libro di Cecilia D’Elia (Chi ha paura delle donne), la leader del Pd è tornata sul dibattito scaturito sulle proposte di riarmo e difesa comune: “In queste settimane ho criticato le proposte di Rearm Eu e sapete quale dibattito ne è scaturito – ha esordito in riferimento alla rivolta interna, con i dem che si sono spaccati -. Abbiamo riaffermato la nostra posizione in Parlamento: sì alla difesa comune e no al riarmo di 27 Stati che sono due cose diverse. Quando in questi giorni abbiamo sentito alcune parziali corrispondenze da parte di autorevoli figure maschili non è stata la stessa cosa”.
Tradotto: se lo dice un uomo di una certa età va bene, se lo dice una donna giovane no. “Ci sono cose – ha voluto sottolineare – che mi dicono che a colleghi uomini di 20 anni più grandi non si sarebbero mai sognati di dire”. Il riferimento alle critiche di padri nobili del Pd, da Romano Prodi a Paolo Gentiloni, è chiaro. E proprio in quest’ottica, vista la spaccatura a metà nel voto di Strasburgo, Schlein ha preso la bufera sul Manifesto di Ventotene come una ghiotta occasione per ricompattarsi.
In ogni caso i problemi tra i dem rimangono e, almeno a detta della loro segretaria, molti sarebbero legati al suo essere giovane e donna. E pensare che sulla questione “vittimismo” Schlein ha sempre criticato l’avversaria: “Anche oggi – diceva ad ottobre – Giorgia Meloni ci regala la sua dose di vittimismo quotidiano. Ormai fa solo questo, vittimismo a oltranza e disastri quotidiani”. Ora però il vittimismo lo fa lei.
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