Dopo la morte dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo, apparentemente per infarto, sulla vicenda sorgono parecchi dubbi
La Procura di Milano vuole vederci chiaro e ha quindi disposto l’autopsia sul corpo. Sotto esame i farmaci che prendeva, gli ultimi pasti dell’uomo, e poi accertamenti tossicologici per verificare che non si sia trattato di un suicidio. Gallo era ai domiciliari nella sua casa di Garbagnate (Milano) con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico dopo l’esplosione dell’inchiesta Equalize, la società di cyber spie che ha passato ai raggi X la vita di 800mila persone.
Il racconto della moglie
A chiarire quali dubbi siano sorti dopo il decesso è il “Messaggero”. La moglie di Gallo ha detto che quella mattina di domenica lo aspettava per colazione. Le avrebbe detto “ti raggiungo”, ma poi non si è più alzato. “Ti raggiungo”, le avrebbe detto” Nella casa i carabinieri hanno fatto una serie di rilievi quel giorno stesso e adesso il pm della Dda Francesco De Tommasi, che con il collega della Dna Antonio Ardituro coordina l’indagine su Equalize, ha sequestrato il cellulare che Gallo usava solo per parlare con il suo avvocato, Antonella Augimeri, quello della moglie, alcuni farmaci e del cibo: i resti della cena di sabato e uno yogurt che Gallo non avrebbe mangiato.
Era in buona salute
I familiari hanno detto che Gallo stava bene. Aveva subito una piccola operazione per un’ernia, ma si era ripreso in fretta. Faceva anche attività fisica. Alla moglie sarebbe stato chiesto se nei giorni scorsi lei e il marito avessero ordinato delivery e se avesse notato persone sospette. A questo punto, la posizione dell’ex super poliziotto sarà stralciata dall’inchiesta sula rete di presunte spie e archiviata e agli atti rimangono i verbali.
L’arresto a ottobre
Gallo era stato arrestato a ottobre e aveva subito detto di voler collaborare con una frase significativa: “Sono sempre stato un uomo delle istituzioni”. Negli anni lo Stato affidato a lui anche missioni come le trattative per liberare le vittime di sequestro nella Locride. Gallo aveva inoltre indagato sulla strage di Duisburg. Ora si aspetta la desecretazione degli atti. Quasi sicuramente, nei verbali dell’inchiesta ci sarebbero riferimenti a contatti con uomini di Aisi e Cia.
L’intricata vicenda
In seguito alle sue dichiarazioni, e a quelle del presunto “socio in affari”, l’hacker Samuele Colamucci, i pm avrebbero anche ricostruito l’organigramma della cosiddetta squadra Fiore, un’altra organizzazione di cyber spie che confezionava dossier. Si dice che Gallo volesse scrivere un memoriale, mentre era ai domiciliari: aneddoti che raccontavano la sua lunga carriera. In pensione ci era andato alla fine del 2019, dopo di che era stato condannato dalla Corte d’appello di Milano er rivelazione di segreto e favoreggiamento. Era stato inoltre “coinvolto nell’indagine Testuggine della Dda di Venezia e il Ros di Padova aveva accertato il suo coinvolgimento in torbide vicende”: così scrivevano i carabinieri di Varese, che avevano indagato su di lui nell’inchiesta sui dossier illegali.
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