Sentenza risarcimento ai clandestini, “è un punto di non ritorno”

Il presidente della cassazione Margherita Cassano
Il presidente della cassazione Margherita Cassano: 241.000 euro di stipendio

”Dobbiamo lasciarli sbarcare, accoglierli, pagargli colazione, pranzo e cena, lasciarli liberi di delinquere nelle nostre città”

di Rossano Sesso (deputato Lega) – La sentenza con cui la Cassazione stabilisce che l’Italia, Stato sovrano, non può fermare, identificare, trattenere immigrati clandestini e relativi scafisti criminali, pena rischio di processi penali a carico dell’autorità e da ora in avanti anche causa di risarcimenti milionari a carico del contribuente, è un punto di non ritorno.

Durante le mie numerose ispezioni al Cara di Bari-Palese, ricordo sempre la presenza di avvocati all’esterno della cancellata che delimita il centro di accoglienza barese: erano lì per proporre, tramite gratuito patrocinio, azioni legali per la domanda di asilo e altro.

Provate adesso a immaginare, con una giurisprudenza forte della sentenza del massimo grado di giudizio, cosa succederà; eserciti di avvocati di sindacati rossi e associazioni immigrazioniste già si sfregano le mani.
È pronta una valanga di ricorsi con richiesta di risarcimento, a carico dei cittadini italiani.

Non possiamo fermare gli sbarchi.
Non possiamo portarli in Albania.
Se ci proviamo ci processano per anni e ci condannano a risarcire i poveri immigrati.
Dobbiamo lasciarli sbarcare, accoglierli, pagargli colazione, pranzo e cena, lasciarli liberi di delinquere nelle nostre città.
Magari regalargli anche la cittadinanza italiana, come vorrebbero pd, m5s e (purtroppo) anche qualche moderato di centrodestra.
E se per caso vinciamo le elezioni e decidiamo di porre un freno a questa deriva, utilizzando gli strumenti democratici previsti dal nostro ordinamento, parte della magistratura si oppone nel modo in cui sapete.

La magistratura non politicizzata non taccia.
La politica non abbia paura.
Il popolo sia consapevole di quello che sta accadendo e ne tragga le conseguenze.

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