Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione con la quale si vietano il burqa e niqab negli edifici pubblici e nelle scuole
di Francesca Galici – Un’estensione di un divieto già in essere per rafforzare la sicurezza del territorio. “L’approvazione della mozione punta all’applicazione più rigida delle norme, già previste dalla Regione Lombardia, sul divieto del velo islamico e a sollecitare il governo ad estendere il divieto a tutti gli edifici pubblici e alle scuole”, ha spiegato Silvia Scurati, consigliere regionale della Lega, prima firmataria della mozione.
“Troppi casi dimostrano che l’obbligo del velo viene imposto oltre che alle donne anche alle bambine e questo non è accettabile. La Lega vuole garantire ugualmente a tutte le studentesse minorenni la libertà di crescere senza discriminazioni, insieme alle loro compagne, in un percorso di piena integrazione”, ha proseguito, sottolineando che l’Italia non deve più tollerare “la proliferazione di quartieri e pseudo ghetti all’interno delle città, specialmente a Milano, dove vigono regole e costumi in completa antitesi al mondo occidentale”. Situazioni purtroppo presenti in molte città del Paese, che dimostrano il fallimento delle politiche di integrazione volute dalla sinistra negli anni precedenti.
“Non possiamo tollerare che queste pratiche, che costituiscono una violazione dei diritti fondamentali delle donne, abbiano spazio in Italia e in Europa, dove abbiamo lottato duramente per l’emancipazione femminile”, ha aggiunto Alessandro Corbetta. “La vera integrazione non si basa sul rispetto forzato di imposizioni davvero patriarcali che limitano i diritti fondamentali, ma sulla libertà di ogni individuo di esprimere la propria identità. La libertà di scegliere come vestirsi, di vivere senza imposizioni retrograde e lontane dalla nostra cultura, è un diritto irrinunciabile e un pilastro della società occidentale”, ha detto ancora.
L’assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa, ha voluto sottolineare che la mozione è stata una “discussione importante perchè è una costante incontrare donne e bambine coperte. Una donna è libera di vestirsi come meglio crede. Dobbiamo pretendere che l’obiettivo principale sia quello dell’integrazione, ma non possiamo pretendere di ottenerlo con la forza, invadendo la libertà degli altri. Nessuno vuole cancellare la cultura musulmana”.
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Polemiche dopo la votazione
(ANSA) – Scontate le polemiche dopo la votazione. Di un “gigantesco pasticcio sul tema del divieto al velo” ha parlato il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino. “Il Consiglio regionale – ha osservato – è stato costretto a discutere una mozione leghista, palesemente inutile, che non è stata nemmeno votata nella sua parte essenziale, quella relativa al divieto del velo nelle scuole, da 13 consiglieri regionali di centrodestra su 43, provocando cosi il fatto che l’aula abbia sconfessato la stessa mozione leghista”. Si fa un “dibattito totalmente inutile” mentre “la stessa destra impedisce che vengano affrontati temi essenziali come quello delle liste d’attesa o del cosiddetto fine vita” ha aggiunto l’esponente dem.
“Invece di occuparsi dei temi di competenza del Consiglio regionale – gli ha fatto eco il capogruppo del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco -, la Lega ancora una volta spazia in modo strumentale su tematiche sulle quali il centrodestra ha finito per spaccarsi”.
E’ convinto che la mozione sia “sbagliata” il consigliere di Avs Onorio Rosati “in quanto si lega la sicurezza sociale con l’abbigliamento delle donne islamiche. Per garantire la sicurezza di tutti esistono la Costituzione e le leggi dello Stato, che vanno rispettate. È strumentale – ha concluso – in quanto si equipara l’integrazione con l’omologazione culturale”.