Si è presentato in un’aula di tribunale dopo essere stato arrestato per la prima volta. Alla giudice che gli chiedeva come si procurasse da vivere, ha ammesso: “Per mantenermi spaccio stupefacenti”
Un 19enne originario del Marocco, ha spiegato così la sua condizione nell’udienza di convalida al tribunale di Milano, tenutasi giovedì mattina. Ha raccontato come spacciare droga fosse il suo escamotage per vivere. Almeno adesso, dopo aver da poco lasciato una comunità per minori stranieri non accompagnati in Emilia Romagna. Una struttura dove ha vissuto per tanti anni e che ha rappresentato la sua prima “casa” in Italia, dove sarebbe arrivato quando era piccolo, a bordo di un barcone. Lì è rimasto per un po’ di tempo, fino a quando non ha dovuto lasciare la comunità proprio per aver raggiunto la maggiore età.
Senza un lavoro e senza un futuro ma con in tasca un permesso di soggiorno per minore età, il 19enne avrebbe vissuto come un fantasma per circa un anno. Fino a mercoledì, quando gli agenti della polizia locale di Gorgonzola, guidati dal comandante Antonio Pierni, non lo hanno arrestato.
Trovato con la cocaina
Il giovane era stato fermato per un controllo mercoledì sera nel piccolo comune a est di Milano. Era alla guida di una macchina noleggiata a nome di un’altra persona quando gli agenti gli hanno intimato l’alt, bloccandolo con l’auto di servizio. Lo hanno perquisito, trovandolo con 20 grammi di cocaina, già suddivisa in 19 dosi pronte per essere vendute. Poi è scattato l’arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Quando giovedì mattina l’arrestato si è trovato dinnanzi alla giudice monocratica Stefania Pepe, ha ammesso di spacciare droga per vivere. Ha raccontato di come avesse bisogno di soldi e di come fosse stato un connazionale più grande di lui a mettergli in mano la polvere bianca, indicandogli cosa fare per portarla ai clienti. Ha raccontato come per lui fosse la prima volta. E in effetti, secondo fonti di polizia, a carico del ragazzo non ci sono né processi pendenti né precedenti. Se non una denuncia per il permesso di soggiorno scaduto, per il quale ha già fatto richiesta di rinnovo.
A spiegarlo in aula è stato il suo legale difensore, l’avvocato di Milano Nicola D’Amore, il quale si è opposto alla richiesta del pm di tenere in carcere il ragazzo e si è appellato perché la giudice fosse clemente con l’imputato. “Non ci sono dubbi sul fatto – ha detto l’avvocato in udienza – ma è giovanissimo e può ancora riscattarsi. Diamogli una possibilità perché non mi pare una persona incline a delinquere. Ha ceduto al richiamo dei soldi facili ma non è questo il suo futuro”.
Al termine della camera di consiglio, la giudice ha convalidato l’arresto effettuato dalla polizia locale di Gorgonzola e poi ha disposto l’obbligo di firma alla polizia del comune di Rozzano, dove il giovane vive. Il giudice ha dunque “liberato” il ragazzo con un monito chiaro: “Si vada a cercare un lavoro perché la prossima volta finisce in carcere. Questa è un’opportunità che ha perché è giovane. La colga”.
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