False dichiarazioni per reddito di cittadinanza, assolta nigeriana

giustizia

Chiede il reddito di cittadinanza e finisce sotto processo per avere utilizzato “dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere” o di avere omesso “informazioni dovute”

Una nigeriana, titolare dello status di rifugiata, difesa dall’avvocato Francesco Di Pietro, è finita davanti al giudice del Tribunale penale di Spoleto per avere dichiarato di essere residente in Italia da dieci anni al momento della domanda per il reddito di cittadinanza, quando in realtà era in Umbria solo dal 2017. Requisito, quello decennale, che è stato dichiarato illegittimo dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Sulle dichiarazioni mendaci, inoltre, anche la Cassazione si è espressa sulla non punibilità se queste sono “funzionali ad ottenere un beneficio non spettante ovvero spettante in misura superiore a quella di legge”. Dal gennaio del 2024, inoltre, non esistendo più il reddito di cittadinanza non ci sarebbe più il reato.

La Sentenza del Tribunale di Spoleto, però, mette in luce un altro aspetto: il diritto: il requisito dei dieci anni di residenza per i titolari di protezione internazionale è contrario alla normativa comunitaria laddove garantisce “ai titolari di protezione internazionale la parità di trattamento con i cittadini italiani nelle prestazioni di assistenza sociale e nell’accesso ai servizi”.

La ritenuta illegittimità del requisito di residenza decennale, quindi, fa venire meno il carattere indebito del beneficio percepito sulla scorta della falsa attestazione del requisito.
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