MILANO, 30 GEN – E’ arrivata la prima sentenza della Cassazione che ha reso definitive le condanne scaturite da uno dei filoni delle inchieste milanesi su noti trapper e, in particolare, quello sulla cosiddetta ‘faida’. Nei giorni scorsi, da quanto si è saputo, la Suprema Corte ha confermato la condanna a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per il 22enne Mohamed Lamine Saida, in arte Simba La Rue, con centinaia di migliaia di follower sui social e amico di Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib e che non era imputato in questo processo.
Al centro del procedimento, finito con condanne definitive anche per altri giovani della “crew” tra cui una ragazza, dopo il rigetto dei ricorsi delle difese, c’erano le accuse di lesioni e rapina per un’aggressione del primo marzo 2022 in via Settala, a Milano. Blitz deciso dal gruppo “per sfregio e punizione” per “mortificare” la vittima, un giovane che faceva parte di un gruppo rivale, quello del trapper padovano Baby Touché. Ed erano state contestate pure le lesioni ai danni di Touché, il quale, però, scelse di non sporgere denuncia contro gli imputati e dunque era già caduta in primo grado l’altra accusa per quel fatto, ovvero il sequestro di persona ai suoi danni del 9 giugno 2022.
Quella di Touché, secondo la pm Francesca Crupi, titolare delle indagini di polizia e carabinieri, fu una “reticenza per una logica di banda”. Simba, tra l’altro, il 15 giugno 2022 aveva subito un agguato ed era stato ferito gravemente a coltellate a una gamba in provincia di Bergamo, come vendetta da un gruppo di giovani amici di Baby Touché. Proprio per motivi di salute ed esigenze di cure ancora necessarie, Simba resta al momento libero dopo il verdetto della Cassazione. (ANSA)