Eversione dell’ordine costituzionale e democratico

protesta dei magistrati

di Augusto Sinagra – Tutti sanno che non ho alcuna stima di Olga di Kiev (la nota Lady Garbatella) del suo governo, di questa destra traditrice e servile e nemica dei lavoratori; come anche non ho alcuna stima della complessiva classe politica (con le debite ma poche eccezioni) moralmente stracciona e nullafacente e che quando fa qualcosa, fa danno.

Tutti sanno che sono sempre stato nettamente critico nei confronti di una parte della magistratura (mi riferisco alla corrente della ANM “Magistratura Democratica”) che sovente esorbita ed esonda dal solco delle sue funzioni costituzionalmente definite e delimitate.
La cosa reca offesa a quella gran parte di magistrati che, lontani dai clangori delle buccine, compiono silenziosamente e correttamente il loro dovere.
Tutti siamo sottoposti alla legge, anche i magistrati. Questo dice la Costituzione.

E’ stato imbarazzante vedere in diverse sedi giudiziarie italiane, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, gruppetti di magistrati ovviamente democratici, abbandonare in plateale protesta la solennità della cerimonia, esibendo ostentatamente un libretto contenente la Costituzione e una coccarda tricolore sul petto. Quindi tutto preordinato e organizzato da tempo.
La cosa potrebbe essere ascritta al genere folkloristico o goliardico o ad una senilità mal vissuta, ma purtroppo c’è di più.

La Associazione Nazionale Magistrati ha indetto per il 27 febbraio p.v. un giorno di astensione dalle udienze. Praticamente uno sciopero come qualsiasi categoria di lavoratori (tassisti, personale del trasporto ferroviario, operai dell’industria o dell’agricoltura, ecc.).
Duole constatare che questa iniziativa nasce per impulso di una associazione privata di soggetti che la Costituzione indica come appartenenti ad un “ordine”, ma che essi pretendono di costituire un “potere” costituzionalmente previsto (e loro sanno bene che non è così) al pari del potere legislativo ed esecutivo.

Lo sciopero è rivolto contro la riforma del sistema giudiziario proposta dal Ministro Carlo Nordio (che io conobbi da giovane ma poi evidentemente si è guastato col crescere), in particolare per quel che riguarda la separazione delle carriere dei giudici requirenti dai giudici giudicanti. Riforma che, in linea di principio, condivido e considero necessaria. Ma non nei termini edulcorati proposti da Carlo Nordio.

Ma non è questo quello che importa. Quel che importa rilevare è che l’iniziativa del c.d. “sciopero delle toghe” (per fortuna minoritarie) è finalizzata a impedire al Parlamento l’approvazione di tale riforma. Ovvero a condizionare il parlamento, conculcando la sua libertà decisionale. Ma conculcando soprattutto la volontà popolare della quale il parlamento è espressione ancorché presuntiva.

L’iniziativa scioperesca di questa parte minoritaria di magistrati si pone dunque non solo in termini anticostituzionali ma in termini consapevolmente eversivi dell’ordine democratico e dell’ordinamento giuridico.

I magistrati, tutti i magistrati, dovrebbero ben ricordare che essi sono “servi della legge”, di qualsiasi legge, ma certamente non sono sopra la legge o padroni della legge.
Se questo è l’intendimento di certi magistrati, bisogna condividere la profetica intuizione e la profetica sollecitazione del Presidente Francesco Cossiga di sciogliere, in quanto associazione eversiva, la ANM.

La vera garanzia dei cittadini è il magistrato rispettoso della Costituzione e delle leggi. Le singolari teorie di fonte germanica sul “libero diritto” vanno consegnate al cestino della storia in nome della vera democrazia.
Ricordo agli immemori che democrazia significa “potere del popolo”, non dei giudici.

Prof. Augusto Sinagra –  foto ANSA

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