Le scuole sono diventate, grazie all’avvio dell’autonomia scolastica, vere e proprie “para-aziende” verticistiche dominate dalla burocrazia
di Daniele Trabucco – Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, ha annunciato che, a partire dall’anno scolastico 2026/2027, tornerá la lingua latina giá nella seconda classe della scuola secondaria di I grado e, in quella secondaria di II grado, l’approfondimento della storia d’Italia, la lettura della Bibbia (fatta dai modernisti alla Ravasi?) etc. Per non parlare, poi, della scuola primaria con una maggiore attenzione alla musica e alla civiltá musicale.
Di per sé sono iniziative lodevoli e pure condivisibili. Tuttavia, si corre il rischio di guardare il dito e non la luna. Perché non serve ad alcunché una riforma delle discipline di studio e dei relativi programmi se non cambia radicalmente la struttura della scuola fatta a pezzi dagli Esecutivi precedenti.
A decorrere dal 1997 gli istituti scolastici sono divenuti, grazie all’avvio dell’autonomia scolastica, vere e proprie “para-aziende” verticistiche e dominate dalla burocrazia (fin dalla selezione dei docenti), dove alla vera conoscenza si è sostituita la certificazione delle competenze e delle abilitá che riducono gli studenti a “capitale umano dequalificato”, perdendo la loro dimensione di persone a tutto tondo da valorizzare, educare, far crescere e meravigliare nel senso aristotelico del termine. P
er non parlare del carico che grava sugli insegnanti sottoposti, in base all’allucinante decreto-legge n. 36/2022 convertito, con modificazioni, nella legge formale n. 79/2022, a formazione coatta fatta di strumenti e tecniche di progettazione-partecipazione a bandi nazionali ed europei.
E, da ultimo, la digitalizzazione massiva che tocca ogni aspetto della vita della scuola e che compromette la dimensione relazionale. In realtá, che cosa volete che questa conti di fronte agli “ambienti di apprendimento innovativi” finanziati con i fondi del Piano nazionale di ripartenza e resilienza. Ora, anzichè porre le premesse per un “cambio di rotta”, senza il quale il latino, la Bibbia etc. diventano solo uno strumento nostalgico-conservatore, perché non si interviene in maniera radicale sulla “visione” della scuola? Solo in questo modo si potrá consentire alle materie di cui sopra di esplicare al meglio la loro funzione di sviluppo pieno della persona, dotata di una ratio autenticamente contemplativa.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista