Neonata rapita, scarcerato il marito di Rosa Vespa

Neonata rapita, scarcerato il marito di Rosa Vespa

È stato scarcerato Moses Omogo Chidiebere, l’uomo accusato, insieme alla moglie, di aver rapito una neonata dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza

Ascoltati dal gip Claudia Pingitore, nell’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Cosenza, alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, i due hanno risposto alle domande e fornito la propria versione dei fatti. In particolare, Rosa Vespa si è assunta ogni responsabilità dell’accaduto, mente il marito ha ribadito di essere all’oscuro di tutto e di essere stato convinto, fino all’arrivo della polizia, che il figlio rapito fosse suo.

Marito scarcerato

“Il mio assistito Moses – ha detto il difensore, Gianluca Garritano – è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie. Rosa Vespa – ha aggiunto l’avvocato Garritano – aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta. Ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica”. Moses Omogo Chidiebere ha lasciato il carcere di Castrovillari, dov’era detenuto.

Le indagini

Intanto proseguono le indagini per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, a cominciare dal ruolo avuto da Moses. L’uomo, al momento dell’arrivo della Polizia nel suo appartamento, mentre era in corso una festa per l’ingresso in casa di quello che, secondo Rosa, doveva essere suo figlio Ansel, è apparso sorpreso di quanto accaduto ed avrebbe detto di non sapere che dentro la tutina azzurra non c’era suo figlio ma Sofia, la neonata rapita poco prima nella clinica Sacro cuore.

Secondo alcune testimonianze raccolte tra conoscenti e familiari della coppia, Rosa Vespa avrebbe simulato per nove mesi una gravidanza, fino ad annunciare su Facebook, l’8 gennaio scorso, la nascita di Ansel. Ai familiari, in quei giorni, avrebbe detto che andava a partorire da sola perché c’erano dei casi Covid in clinica e, successivamente, che il bambino era rimasto in clinica per degli accertamenti. Un racconto tutto da verificare e sul quale stanno lavorando gli investigatori. Gli accertamenti in corso riguardano anche la struttura sanitaria. Troppo facile, hanno sostenuto gli investigatori, entrare, ma soprattutto uscire con una neonata in braccio.
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