Meta: stop anche all’indottrinamento su “inclusività e diversità”

facebook meta

Da Washington alla Silicon Valley, il vento negli Stati Uniti sta cambiando

Con l’imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e il controllo di Camera e Senato da parte dei repubblicani, le grandi aziende del tech si stanno riallineando su posizioni più conservatrici. L’esempio più eclatante del nuovo corso è Meta che, in una settimana, si è sbarazzata prima dei fact-checker e poi dei programmi per la tutela di inclusività e diversità. Sarebbero “antiquati” e inadeguati rispetto ai “nuovi scenari”, secondo una nota interna dell’azienda guidata da Mark Zuckerberg.

La big tech proprietaria di Facebook e Instagram ha assicurato che continuerà a cercare personale “diverso”, ma non con le attuali politiche. La mancanza di diversità razziale e di genere nella Silicon Valley è oggetto di discussione da anni e sono stati proprio i programmi ‘DEI’ (diversity, equity and inclusion) a riportare un po’ d’equilibro. Secondo gli ultimi dati ufficiali, grazie a quelle linee guida Meta ha raddoppiato il numero di dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti rispettivamente dal 3,8% e 5,2% al 4,9% e 6,7%.

La società di Zuckerberg ha anche annunciato che non si dedicherà più a diversificare le sue forniture ma si concentrerà invece sulle piccole e medie imprese. Stop, inoltre, ai corsi di formazione su “equità e inclusione”, che saranno sostituiti da programmi che “combattano i pregiudizi nei confronti di tutti, indipendentemente dal background”. Tutto questo a pochi giorni dall’annuncio shock che tutte le piattaforme Meta faranno a meno dei fact-checker, una mossa aspramente criticata perfino da Joe Biden, che in questi anni non ha mai preso posizioni così nette sulle decisioni di aziende private.  ANSA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *