Roma, 9 gennaio – Il contrasto all’epidemia che verrà – perché verrà, non è una questione di se, ma di quando – potrà essere efficace solo se il mondo sarà adeguatamente preparato e capace di affrontarla in modo condiviso. Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus in occasione della Giornata internazionale per la preparazione alle epidemie celebrata lo scorso 27 dicembre.
La necessità di una maggiore cooperazione è stata evocata ricostruendo il quadro delle minacce pandemiche del 2024: “Quest’anno i Paesi hanno combattuto focolai di Mpox, Marburg, colera, Dengue, influenza aviaria” ha evidenziato Ghebreyesus in un video postato sulla piattaforma X, “mentre il cambiamento climatico sta guidando la diffusione” di queste malattie “in nuove aree.
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Negli ultimi cinque anni, l’Oms ha sostenuto i Paesi per costruire una sorveglianza più forte, sequenziamento genomico, assistenza clinica, produzione locale di vaccini, diagnostica e trattamenti, sistemi sanitari più forti e più collaborazione intersettoriale. E, soprattutto” ha concluso il direttore generale dell’agenzia sanitaria dell’Onu “i Paesi stanno continuando a negoziare il Pandemic accord dell’Oms, un nuovo strumento legale per rafforzare la preparazione e la prevenzione di pandemie”.
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