Egiziano accoltella 4 persone, indagato carabiniere che l’ha ucciso

Egiziano accoltella 4 persone

Nella notte di Capodanno il comandante della stazione dei carabinieri di Villa Verucchio ha ucciso il 23enne egiziano Muhammad Sitta, autore di quattro aggressioni all’arma bianca ad altrettante persone che si trovavano in strada per aspettare l’anno nuovo nel piccolo borgo fuori Rimini.

L’egiziano Muhammad Sitta ha aggredito, brandendo un coltellaccio da cucina con lama lunga 22 centimetri, un totale di quattro persone. Senza motivo. Senza pietà. L’egiziano ha agito in due tempi: ferendo prima un 18enne che stava comprando le sigarette, per poi riservare 45 minuti dopo lo stesso destino a un amico coetaneo e quindi a una coppia di anziani turisti, colpevoli solo di essere usciti dal ristorante nel momento sbagliato. È stato proprio al culmine di quest’ultimo assalto che una gazzella dei carabinieri con a bordo il comandante della stazione locale, Luciano Masini, ha  raggiunto Muhammad Sitta.

E poi le urla. L’alt intimato e il 23enne che imperterrito si fa sempre più vicino al militare parlando in lingua araba – così come registrato dalle telecamere della zona – e senza lasciare andare il coltello. Più vicino, sempre più vicino. Il carabiniere ha fatto fuoco non disponendo, ad esempio, del taser, che non è in dotazione per gli equipaggi delle stazioni locali. Ha sparato una dozzina di proiettili con cui, infine, Sitta è crollato a terra senza vita.

Indagato per eccesso colposo di difesa è ora il carabiniere che ha aperto il fuoco, mentre la figura di Muhammad, per il quale si è configurato il reato di tentato omicidio plurimo, è ora al centro delle attenzioni della procura di Rimini. Durante gli accoltellamenti indosso il 23enne aveva una copia tascabile del Corano e una misbaha, la collana di grani per la preghiera dei musulmani. Chi indaga non ha ancora elementi per dire se ci sia la matrice religiosa dietro al gesto dell’egiziano o se si sia trattato di un’iniziativa personale o di un atto coordinato. Così come è possibile che l’uomo abbia agito sotto effetto di psicofarmaci, dal momento che a casa sua i carabinieri hanno trovato ieri anche un flacone di antipsicotici.

Quel che è certo è che, ancor più delle ferite – le vittime hanno prognosi tra i 20 e i 30 giorni – i due ragazzini neomaggiorenni colpiti da Sitta non dimenticheranno mai questa notte. “Gli ho urlato ’lasciami andare’! Ti do il portafoglio, ti do quello che vuoi”, ha raccontato Diego, prima vittima del 23enne. “Ma lui ha continuato a colpirmi, fino a quando non sono riuscito a fuggire”.

Un racconto dell’orrore difficile da ripercorrere, ancor più per l’amico e coetaneo Nicolò a cui: “Mi hanno messo un drenaggio (un fendente gli ha perforato un polmone, ndr). La ferita fa male ma ora va un po’ meglio. Avevamo saputo che il nostro amico era appena stato accoltellato – ripercorre il giovane –. Siamo andati sul luogo dell’aggressione e mentre parlavamo lui (Sitta, ndr) è sbucato dal nulla e ci è venuto incontro. E mi ha colpito. Colpito alla schiena”. Colpito, per uccidere.
www.ilrestodelcarlino.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *