di Daniele Trabucco – Il Presidente della Repubblica pro tempore, Sergio Mattarella, nel rito “laico” e stantio del discorso di fine anno che ogni 31 dicembre viene propinato agli italiani a reti unificate, e che ben sintetizza i temi principali del pensiero politicamente corretto, ha affrontato, ancora una volta, la questione del cambiamento climatico la cui messa in discussione porta subito ad essere bollati come “negazionisti”.
Ora, com’é noto, il punto di svolta si é avuto nel 1988 con la nascita dell’IPCC, l’ente voluto dalle Nazioni Unite per studiare i cambiamenti climatici e le possibili conseguenze sull’ambiente e sulle comunitá umane, e con la nuova fisionomia assunta dalla climatologia basata quasi univocamente su modelli informatizzati di previsione, perdendo qull’approccio multidisciplinare che la aveva contraddistinta per quasi tutto il secolo scorso.
Pertanto, lo ha acutamente osservato il prof. Sergio Pinna dell’Universitá degli Studi di Pisa, al ruolo di oracolo infallibile della climatologia assegnato all’IPPC si é affiancato l’inserimento delle sue teorie scientifiche e di quanti le sostenevano nella veritá del “politically correct” da ripetere e far proprie senza obiezioni e senza la possibilitá di un serio confronto scientifico (come avvenuto con i vaccini contro il Sars-Cov2).
Il sistema climatico, continua molto bene con la sua spiegazione il prof. Pinna, é un sistema in equilibrio dinamico, cioé tende continuamente a raggiungere la configurazione ottimale in rapporto alle perturbazioni che subisce, causate da molteplici fattori forzanti e che sono sia esogene, sia endogene.
Viceversa, le teorie del cambiamento climatico e e la relativa transizione energetica, che dovrebbe ridurre la CO2 atmosferica, non solo enfatizzano l’origine antropica di questo cambiamento, ma vedono nell’uomo stesso un elemento perturbatore e nocivo dell’ambiente, la vera e principale causa del c.d. “global warming”.
Il presupposto alla base di questa concezione consiste nel ritenere chiuso in via definitiva il dibattito scientifico sul cambiamento climatico. In altri, termini la “scienza”, sul punto, non avrebbe piú alcunché da dire. Questo, peró, é, a sua volta, un atteggiamento dogmatico che nega ció che contraddistingue lo stesso metodo scientifico, ovvero il fatto che una teoria possa sempre essere messa in discussione.
Il 20 marzo 2024 l’Unione internazionale delle Scienze geologiche (IUGS) ha rigettato la proposta di introdurre una nuova era geologica per la terra denominata “Antropocene”, smentendo in questo modo l’impatto umano sullo stato globale del pianeta. Solo mettendo in discussione le acquisizioni raggiunte, incluse quelle “dominanti”, la scienza progredisce e lavora per il bene comune.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzioinalista
Mattarella: ‘spendiamo più per le armi che per la lotta al cambiamento climatico’