di Anna Corsaro – Non conoscevo questa giornalista fino a oggi. Ho letto che era una corrispondente di guerra, ma mi aspettavo qualcuno con più esperienza per andare in Iran in questo momento. Al posto del suo giornale, non l’avrei mandata, perché per andare in certi teatri di guerra ci vuole un’esperienza che non deriva dal giornalismo.
Detto questo, vorrei evidenziare due tweets di Cecilia Sala ai tempi dei Marò che ho visto solo ora ed incollo sotto. All’epoca, messaggi simili mi avrebbero amareggiato, ma non avrebbero avuto la valenza che hanno oggi. Ne stanno parlando in pochi, e pochi stanno sottolineando che non si trova nemmeno un trafiletto di Cecilia Sala a sostegno della liberazione di Assange.
Cecilia Sala non era in missione per il nostro paese, ma per una testata giornalistica privata. Una testata che è responsabile dal momento che invia una sua dipendente in un paese a rischio elevato. Nessuno ha obbligato Cecilia Sala, né il Foglio a inviarla.
Vorrei sottolineare che per noi il suo arresto non è solo un problema economico per i contribuenti, che dovranno pagare i costi del personale che tratterà la sua liberazione, ma diventa anche un problema politico con gli USA se la richiesta sarà quella dello scambio con Mohamed Abedini. M’auguro naturalmente che la Cecilia Sala sia liberata ma senza mettere in pericolo molte più persone, secondo la sua filosofia.
Anna Corsaro
QUANDO L’ESPERTA CECILIA SALA SCAMBIAVA LA GRAFICA DI UN GIOCO PER UNA MAPPA DELL’AZOVSTAL 🤣😂🤣
La massima esperta del conflitto russo-ucraino quando indicava annuendo la mappa presa dal gioco “Blackout: Journey into Darkness” che veniva spacciata come la mappa dell’Azovstal. pic.twitter.com/yaNava8iDh— Frankestein (@Frankestein68) December 29, 2024