Sanità: le cifre di Meloni non tornano

Giorgia Meloni - Atreju 2024

di Daniele Trabucco – Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, dal palco di Atreju ha sostenuto che il suo Governo ha contribuito, piú di tutti gli altri Esecutivi, a portare il fondo per la sanitá pubblica a 136 miliardi di euro, collocando ben 10 miliardi in due anni cui si aggiungono quelli degli accordi di coesione ed i 750 milioni di euro dalla revisione del PNRR.

In realtá, la leader di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa, ragiona in termini di numeri assoluti i quali non dicono alcunché. Infatti, ció che davvero conta é l’aumento sul PIL e sul bisogno effettivo. Da questo punto di vista, il nostro Paese é passato da circa il 6,8% di finanziamento pubblico rispetto al PIL del 2012 al 6,05% del 2025 e negli anni successivi (con l’unica eccezione del 2026), 2027, 2028 e 2029, si arriverá al 5,9%, 5,8% e 5,7% (dati Fondazione Gimbe). Quindi, rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese, la sanitá pubblica vedrá un vistoso crollo degli investimenti.

Inoltre, come emerso dai dati OCSE, l’Italia destina solo il 6,2% alla spesa sanitaria rispetto al 6,9% proprio della media OCSE (e al 6,8% della media europea). A questo si aggiunga un serio problema di programmazione. Il Governo Meloni e gli Esecutivi precedenti hanno deciso quanto investire sulla sanitá sempre alla vigilia della legge di bilancio. É necessario, invece, un piano di medio e lungo termine che affronti in maniera complessiva le vere criticitá del sistema sanitario nazionale: ad esempio, l’intento positivo di abbattere le liste di attesa nasconde problemi di insufficienza di personale, di mancanze di strutture diagnostiche, di prescrizioni di esami troppo “facili” etc. Se, allora, non si interviene su questi aspetti, la problematica delle liste d’attesa sarà una questione che ritornerá ciclicamente.

Di fronte a questo quadro cosí sconfortante, nonostante i “calcoli” di Meloni, le Regioni, l’80% del bilancio delle quali riguarda la sanitá, saranno costrette o a tagliare i servizi o ad aumentare le imposte regionali.
Il cambio di passo dei “sovranisti”….

Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista

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