Gino Cecchettin a scuola di ballo per superare i lutti

Gino Cecchettin a scuola di ballo per superare i lutti

[…] “Avevo iniziato già con la malattia e la morte di Monica, mia moglie, e l’ho fatto scevro da ogni modo usuale di vivere il lutto – spiega – Inizialmente, dopo la morte di mia moglie, mi sentivo in difetto anche se solo ridevo oppure andavo in pizzeria. Mano a mano ho compreso che l’elaborazione di un lutto è un fatto soggettivo e deve essere vissuto internamente. È un lungo percorso, però ho ancora chiare le parole di mia figlia Giulia quando è mancata Monica, mia moglie e la sua mamma”, spiega in un’intervista a Gente il papà di Giulia.

Gino Cecchettin torna a qualche anno fa: “Con mia moglie iniziammo a ballare, ma poi lei si ammalò e morì – continua – Io allora mi chiusi totalmente in me stesso e nel mio dolore, finché il nostro maestro di ballo mi chiamò esortandomi a tornare in palestra. Dissi che non era il momento e Giulia sentì la telefonata. Venne da me e mi disse: ‘Papà, vai a ballare perché se tu sei felice lo siamo anche noi’. Da quel momento ho ripreso a ballare e Giulia, quando veniva a vedermi nelle competizioni, era in prima fila ad applaudirmi. Giulia era la mia prima tifosa”.

“Quando ballo penso a Giulia”

Il ballo per Gino Cecchettin non è solo una valvola di sfogo o un momento per non pensare, ma anche un modo per sentire ancora vicino sua figlia: “La mia squadra mi è stata molto vicino quando Giulia è stata uccisa, si sono stretti tutti attorno a me. Quando ballo e chiudo gli occhi – conclude – è come se Giulia fosse davanti a me con il suo sorriso. Poco tempo fa sono arrivato terzo a una gara e sono esploso in un grande pianto. Vedevo Giulia che mi guardava”.
www.today.it – foto dal settimanale Gente

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