Non abbiamo bisogno di simboli stravaganti

Notre-Dame, l'Arcivescovo, S.E. mons. Laurent Ulrich
Notre-Dame, l’Arcivescovo, S.E. mons. Laurent Ulrich

di Daniele Trabucco – Il rito per la riapertura al pubblico di una chiesa, a maggior ragione la cattedrale di Parigi, non segue il caso. Pertanto, anche in tema di paramenti liturgici vi sono regole ben precise. In particolare, si dovrebbe utilizzare il bianco o l’oro che richiama il mistero di Cristo risorto, regnante e glorioso.

Ora, nella cerimonia di apertura al pubblico di “Notre-Dame”, l’Arcivescovo, S.E. mons. Laurent Ulrich, ha indossato un “piviale” con colori particolari. Questi, secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche, dovrebbero assumere il seguente significato: il verde, simbolo di speranza; il rosso, richiamo al martirio e allo Spirito Santo; il giallo e l’oro che celebrano la festa; il blu, omaggio alla Madonna. Il lavoro, si legge, è stato realizzato a mano dagli artigiani del 19M, un polo d’eccellenza dedicato alla salvaguardia dei mestieri d’arte della moda.

Tuttavia, l’Ordinamento generale del Messale Romano di Paolo VI, arrivato alla III edizione, prescrive colori ben precisi e non certamente creazioni all’ultima moda. Invece, qualora si volesse seguire il Vetus Ordo, si deve guardare al Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano di Papa Giovanni XXIII del 1960. Mah…a questo punto avrei aggiunto la bandiera dell’Ucraina e dell’Unione Europea…visto l’andazzo…

Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista