“No alla chiusura delle fabbriche, no ai licenziamenti”. È questo lo striscione che capeggia ormai da 24 ore all’ingresso dello stabilimento della Stanadyne di Castenedolo, azienda specializzata in sistemi di iniezione di carburante diesel e benzina, di proprietà americana e travolta, come tante altre imprese, dalla crisi dell’auto che ormai non è solo tedesca, ma europea. Con la probabile chiusura dell’azienda sarebbero più di 100 i lavoratori a rischio.
La storia della Stanadyne
Nella mattinata di mercoledì la società ha comunicato ai delegati dei lavoratori la messa in liquidazione: per questo il sindacato Fiom Cgil ha indetto un’assemblea all’esterno dell’azienda, che è stata subito dichiarata “permanente” (dunque con presidio e picchetto) già a partire dal 4 dicembre. Si paventa un Natale amaro per gli operai bresciani della Stanadyne, a livello internazionale storico marchio dell’automotive: quartier generale a Jacksonville, Florida, l’azienda è stata fondata nel 1876 ed è oggi specializzata nella progettazione, produzione e rigenerazione di sistemi e componenti di erogazione del carburante per motori a benzina e diesel, nonché per carburanti alternativi a basso contenuto di carbonio.
“Una notizia drammatica”
Ha sedi e stabilimenti in Italia, Stati Uniti, Cina, India ed Emirati Arabi: quasi 800 i dipendenti, quasi 300 milioni di euro il fatturato. “Mercoledì mattina alle 8.30 ci hanno comunicato la notizia della messa in liquidazione – ha dichiarato Antonio Ghirardi, segretario Fiom Brescia, ai microfoni di Radio Onda d’Urto – ovvero l’intenzione di chiudere l’azienda: tutto quello che faranno, da oggi, è finalizzato a chiudere. Non vuol dire che chiudono oggi, potrebbero volerci dei mesi, ma è quella l’intenzione. Una notizia drammatica: stiamo parlando di 100 lavoratori e 100 famiglie. Ci siamo riuniti in assemblea per chiedere alla società di fare un passo indietro sulla procedura. Intanto aspettiamo di vedere se ci sia qualche imprenditore del territorio interessato a intervenire”. In pochi giorni è la terza azienda bresciana che annuncia la chiusura dopo la Filartex di Palazzolo e la Prandelli di Lumezzane: in tutto più di 200 persone resteranno senza lavoro.
https://www.bresciatoday.it – foto Fiom Brescia